tappe

di | 9 Aprile 2025

Per chi studia queste cose dichiara che la vita spirituale è un cammino fatto a tappe. A gradini che salgono verso l’alto. Il linguaggio antico non ci aiuta molto nella definizione di questi gradini, di queste tappe. Le parole sono tutte vere, ma vanno come decodificate secondo un linguaggio che appartiene ai nostri giorni. Questo vale per la storia della spiritualità dell’occidente, soprattutto legato al mondo monacale. Se prendiamo la visione orientale non si procede per tappe, ma oserei dire per consapevolezza. Visioni diverse che dicono però questa necessità di crescere, di avere consapevolezza, di sapere che stiamo salendo verso l’alto, verso la pienezza della vita. e così mentre cerco di arrivare al profondo del mio cuore contemporaneamente mi rendo conto che sto camminando per tappe, per gradini, per salite e discese. In questo cammino fatto per gradini c’è un piccolo particolare segnalato molto bene da San Benedetto. Questo particolare ci dice che questa salita verso il cielo, che Benedetto identifica in 12 gradini, non deve farci pensare che mano a mano che si sale in alto, gradino, dopo gradino, ci si sente sempre più perfetti. anzi, l’umiltà è la figura più importante da tenere presente per ogni tappa. Si cresce, si prende consapevolezza, ma, secondo Benedetto sempre con un cuore umile, un cuore che non si esalta per quello che sembra diventare la perfezione. Mi sembra addirittura di poter parlare non di salita verso la perfezione della vita spirituale, ma di una discesa verso la pienezza dell’umiltà. al riguardo è interessante come all’ultimo gradino della vita spirituale, quello che in apparenza è la perfezione, Benedetto metta il pubblicano che dal fondo del tempio pregava dicendo Signore abbi pietà di me che sono un peccatore.

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