Riprendo un pensiero di Davide Sassoli che mi piace sempre di più e su questo costruisco il mio pensiero. Scrive Davide Sassoli “è social buttare giù un muro, perché dietro c’è un mondo. Che è social accogliere un migrante, perché dietro di lui c’è una comunità. Che la famiglia è più ricca e moderna di un gruppone Facebook” credo che oggi viviamo della profezia dei social e degli algoritmi, della scienza e della sua massima espressione pratica che è la tecnologa. Tutto è calcolato da questa questione: un algoritmo calcola tutte le previsioni sul futuro. Ben venga l’algoritmo che ci permette di calcolare previsioni di circostanza e di cose che scientificamente possono accadere, ma non possiamo mettere questo nell’ordine della profezia. Eppure ci stiamo andando vicino. Sono molto utili e necessarie scienza e tecnologia e l’algoritmo ci è necessario, ma come dice nel suo pensiero Davide Sassoli è social che la famiglia è più ricca e moderna di un gruppone di Facebook. Che è più social accogliere un migrante perché dietro c’è un mondo. Non possiamo chiedere alla macchina e all’algoritmo di pensare e realizzare la profezia del mondo futuro. quessto tipo di profezia è in mano a noi umani, è nostra non di altri. Solo l’uomo ha in mano la sorte del futuro, e non possiamo affidarla ad altro se non alla sapienza umana, non a de calcoli. Il futuro anche dopo questo tempo di Covid è una questione di saggezza umana e questa è la vera profezia del futuro, usare la saggezza umana non solo per programmare macchine per il futuro, ma per inventare un futuro più giusto. Il futuro richiede uno sguardo umano, sapiente, di giustizia e di bellezza sul futuro, richiede tutta la solidarietà umana. Questi passaggi di sapienza e di giustizia sul futuro possono essere aiutati, incoraggiati e accompagnati da un algoritmo, ma è la mente umana che determina questo futuro. La profezia per il domani richiede non un gruppo di Facebook, ma il noi che si unisce per pensare e agire insieme. La speranza e il futuro siamo noi e non altro se non noi.
Parole vere. Anzi, vere parole.