Due fatti hanno segnato la giornata di ieri. Uno interessante, l’altro che sa di meraviglia. Quello interessante è che il nostro amico è ritornato; abbiamo cercato di chiarire la questione e poi è ripartito per il suo tirocinio, per il suo lavoro. Speriamo che funzioni. A volte le vie che percorriamo sono così inimmaginabili che non possiamo far altro che attendere l’alba del giorno nuovo, e con il giorno nuovo la sorpresa di quanto può accadere; a volte bella sorpresa, altre volte meno bella. L’altro fatto che per me sa di meraviglia è che uscita l’ antologia del “Dizionario Tuareg Francese” dell’eremita presto santo, fratel Charles de Foucauld. Fratel Carlo ha fatto questo lavoro immane di scrivere il dizionario tuareg – francese durante i suoi lunghi anni di vita eremitica. Siccome sono innamorato della figura di questo santo sono quasi tentato di comprarlo. Poi mi dico, non so il francese, men che meno so il tuareg che cosa me ne faccio di questo libro? Forse per amore di fratel Carlo potrei anche comprarlo e tenerlo nella mia libreria, poi ovviamente metto da parte un’ idea così strana. Leggo nella recensione del libro: “ i quattro volumi manoscritti del Dictionnaire touareg– français. Dialecte de l’Ahaggar non sono soltanto il registro d’una memoria collettiva e il patrimonio linguistico di un popolo e di una civiltà; sono soprattutto il frutto di un ascolto appassionato, di una visione luminosa, di una fedeltà incondizionata all’uomo. L’antologia tematica che ora per la prima volta si pubblica, mette in cammino verso i cieli, i deserti, l’intimo pulsare della creazione”. E poi raccolgo queste semplici, ma autentiche parole di fratel Carlo. “Fratel Carlo è il fratello universale. Prego Dio perché io possa essere veramente il fratello di tutte le anime di questo paese”. E qui torno all’alba solidale. Sono ormai convinto che si diventa fratelli se si vive la vicinanza e la solidarietà. Tra i tanti significati di solidarietà vi è anche quello di solidità. l’alba solidale prevede che non posso passare un giorno fare e disfare e poi sparire; l’alba solida prevede che io ci sto sempre, che sono sempre sul pezzo. Come ha fatto fratel Carlo che per essere fratello universale e per scrivere il suo dizionario è stato li in mezzo ai suoi tuareg ogni giorno, cominciando dall’inizio di ogni alba solida. Ho pensato, e se il mio amico che se ne è andato venerdì viene e non mi trova? Cosa penserà? Penserà che mi sono dimenticato di lui. quindi all’alba di questo nuovo giorno ho semplicemente detto a me stesso: sono qui e aspetto, vediamo cosa succede. Non si passa ogni tanto, si sta all’inizio di ogni alba, giorno dopo giorno, con un’alba che sa di solidità, perché io sono solido, piantato per terra e da qui non mi muovo e ti aspetto.