Dopo questa riflessione mi direte che sono un ingarbuglio di idee che non hanno chiarezza, ma provate ad arrivare in fondo alla riflessione e poi ditemi se anche la vostra mente non funziona così, tra contraddizioni infinite. 2 giugno festa della repubblica. La cooperativa è chiusa. Mi alzo come al solito presto, celebro la messa e poi salgo a Rosciano. Sulla strada non c’è anima viva, non una macchina. Primo pensiero mattutino, che bello: sono solo oggi mi godo la giornata, lavoro, prego, leggo senza nessuno. Ci vogliono queste giornate. Sono pronto a questa giornata solitaria e proficua di mille cose. Preparo la macchina per tagliare l’erba lì dove ci sono le api, ma la macchina non parte. Dentro di me dico: se ci fosse il Renzo.. però alla fine riesco a sistemarla e parte. Mentre taglio l’erba vedo il volto di Mounir che si è tagliato tutta l’erba e mi dico che bravo che è stato. Poi passo ai lamponi e mi viene in mente il Massimo che li raccoglie giorno dopo giorno e piano piano mi vengono in mente tutti i volti di chi sta qui tutti i giorni. E mi viene anche la nostalgia perchè sono qui da solo. Mi telefona un amico discutiamo di alcune cose e poi mi dice: cado sempre nello stesso errore: dico di no, basta quella cosa non la faccio più e alla fine ricasco e poi mi inguaio. Soli o accompagnati. Bella domanda e bella questione. Cerco di stare solo e alla fine ho la nostalgia perché non c’è nessuno. Siamo qui in tanti e alla fine mi dico, meno male un po’ da solo. Non penso di essere l’unico che vive queste contraddizioni, eppure le sento tutte dentro di me. mi spingo oltre questa riflessione: a volte mi sento monaco a volte mi sento pastore. A volte cerco la solitudine del deserto a volte sento la necessità di condividere con gli altri la mia vita. È una contraddizione oppure fa parte della vicenda umana? Penso a fratel Carlo. Di lui si dice che era solo con Dio e in compagnia dei fratelli. Aveva risolto la contraddizione mantenendo aperti i due fronti, non ha scelto o uno o l’altro, ha scelto invece di frequentare e uno e l’altro, abitando lo spazio della solitudine e lo spazio della compagnia. Solo o in compagnia. Non chiudo la contraddizione tengo aperto tutte le due possibilità e vivrò dentro questa contraddizione o dentro questa opportunità che la vita mi offre. Magari senza nostalgia dell’uno o dell’altro movimento, ma con la consapevolezza di stare in questa mia vita inquieta
Bellissima meditazione. Si,anche io vivo queste contraddizioni e turbolenze. Ormai le conosco e ho deciso di conviverci, domandole, c’è voluto tempo ma mi pare di essere giunta ad una buona gestione. Grazie mille e buona giornata.
Mirella Paris