Faccio un giro nell’orto, controllo le api, poi mi guardo un po’ in giro per capire se tutto va bene. Le vasche per la raccolta dell’acqua si sono riempite. Non abbiamo risolto il problema della siccità, quello no, ma abbiamo messo via una scorta. Risalgo l’orto e scendo verso il santuario, verso la grotta. L’erba è alta e va tagliata. Poi rientro in casa. È quasi un giro di ispezione, non di controllo, non mi piace la parola controllo, ma semplicemente uno sguardo se tutto va bene e sembra che tutto è ok. Qui, in questo spazio di Rosciano tutto sembra semplice, tranquillo, una dimensione che non appartiene al mondo, dove tutto si fa complesso. Il contrasto è forte tra tutta la complessità fuori da questo spazio e la semplicità che sta qui dentro. Mi domando se si può semplificare il mondo, se questo spazio semplice e lineare può essere esempio, modello per il mondo. Non credo, non penso che il mondo può essere semplificato a tal punto di rendere tutto semplice. I grandi profeti biblici avevano sognato una terra così semplice, semplificata dalla sua complessità. I profeti non parlano di un mondo semplificato, ma rappacificato, riconciliato. Sentite queste parole del profeta Isaia: “Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo giacerà con il capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccoli giaceranno assieme, e il leone mangerà la paglia come il bue. Il lattante giocherà sul nido dell’aspide, e il bambino stenderà la mano nel covo della vipera. Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo, poiché la terra sarà piena della conoscenza dell’Eterno, come le acque coprono il fondo del mare.” Ma questo è un paradiso ritrovato, una terra riconciliata! Un mondo così noi lo sogniamo e basta. Perché oggi anche un orso diventa oggetto di complessità e di divisione. Le relazioni sono divisive, non rappacificanti, la politica in questi giorni si dividerà sui nomi, sulle scelte, resistenza, antifascismo, liberazione e via dicendo. Faremo dei grandi proclami di unità nazionale, ma con mille distinguo che alla fine ci divideranno ancora. Perché non possiamo pensare e costruire il mondo riconciliato e rappacificato di Isaia? Non lo so, so che il mio gatto faraone si gode il suo spazio di libertà, di semplicità, qui a Rosciano, ma so bene che anche lui ogni tanto la notte si azzuffa con qualcuno, forse un altro gatto? Ma allora la semplicità non esiste, esiste la complessità e il sogno di Isaia è irrealizzabile?