Qualcuno mi chiede se non sono stanco di scrivere. Rispondo che a volte lo sono altre volte no. Qualcun altro mi chiede se non ho voglia di smettere di scrivere. È vero ogni tanto vorrei smettere di scrivere su queste pagine e tornare a scrivere solo sui miei quaderni come facevo una volta. Qualcun altro mi dice che ripeto sempre le stesse cose e forse è vero, ma sono un po’ la mia vita. e per finire qualcuno mi dice che sono sgrammaticato, che faccio un sacco di errori ed anche questo è vero. Ma allora se ci sono tutti questi motivi perché continuo a scrivere? Fondamentalmente scrivo per me. leggo che Marco Aurelio imperatore di Roma si impose su suggerimento del saggio Epitteto, di scrivere ogni giorno le regole fondamentali dello stoicismo per interiorizzarle e viverle. E lui ogni giorno scrisse pensieri. Servivano a lui e leggendoli ad altri, per conoscere e vivere sempre meglio la sua vita. scrivo per pormi domande, per arrivare al profondo del mio cuore, per avere chiaro, o almeno un po’ più chiaro, chi sono e che cosa c’è dentro di me. scrivo partendo dalla mia vita e questo mi basta. Non si tratta di andare per estensione, cioè sapere tante cose, ma andare in profondità, di interiorizzare, di imprimere nella mente e nel cuore, di fare esercizio di chi sono e che cosa faccio. Lo scrivere può essere ripetizione, perché la mia vita è ripetizione non banale di cose quotidiane, come per esempio entrare quotidianamente in un orto, come quotidianamente stare con ragazzi, come quotidianamente celebrare e pregare la parola sacra. Accetto l’errore grammaticale, perché non correggo, perché non posso sempre correggere la mia vita. scrivo per trasformare ogni giorno la domanda di senso in narrazione che da senso alla mia vita. da sempre scrivo. Prima scrivevo solo per me, oggi lascio che altri leggano i miei pensieri e sorridano un po’. E per finire c’era un tale che si chiamava sant’Agostino che scrisse le confessioni che è la testimonianza del suo cammino fatto di domande e di risposte. Egli nella sua opera conosce se stesso, il mondo, gli altri, Dio. Dice così Sant’ Agostino: a chi narro questi fatti? Non certo a te, Dio mio, ma alla tua presenza, io narro al genere umano che è mio, e a che scopo scrivo? Perché io stesso e chiunque mi legge consideriamo da che profondità debba levarsi a Te il nostro grido. Non sono Marco Aurelio imperatore e men che meno Agostino il grande teologo, sono solo don Sandro (anzi si può scivere anche solo Sandro senza don) e scrivo per me e chissà che possa servire a qualcuno.
Mi permetto di scrivere una pensata, ricavata leggendo un foglietto appeso ad una parete in una ‘bettola’ in Valsassina:
“SEMINA IMPEGNO, raccoglierai risultati. SEMINA ONESTA’, raccoglierai onore. SEMINA GENTILEZZA, raccoglierai gratitudine. SEMINA AMORE, raccoglierai felicità. E RICORDA: anche se non dovessi raccogliere niente, NON STANCARTI DI SEMINARE!”
Per te, per me, per tutti:
NON STANCARTI DI SEMINARE!
Buona Domenica
A qualcuno serve, fidati …smetti solo per te…o per trovare nuove parole …o per meditare…o per ritrovare te stesso…ma cmq anche qnt sei perso qlc potrebbe riconoscersi nelle tue parole e ritrovarsi …grazie Don Sandro o semplicemente Alessandro
Don Sandro,
CONTINUA A SCRIVERE……
Antonio.
Don Sandro, CONTINUA A SCRIVERE……….. Antonio
Grazie di cuore Sandro per la forza e bellezza delle tue parole.
Scrivere non è mai banale.
Aver voglia di fissarsi sul concetto, di interpretarselo.
Bisogno di registrarselo e non dimenticarselo.
Alla fine della scrittura sembra se ne esca confortati.
.. E realizzati.. Certo ognuno c’ha il suo stile.
Continua a scrivere c’è chi ha piacere di leggere e ascoltare le tue parole. Le tue parole rincuorano, consolano sono parole di vita quotidiana.
Grazie!!
Buona giornata DON SANDRO!!