Gen. 50, 14-26
4Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto insieme con i suoi fratelli e con quanti erano andati con lui a seppellire suo padre. 5Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: “Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?”. 16Allora mandarono a dire a Giuseppe: “Tuo padre prima di morire ha dato quest’ordine: 17“Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male!”. Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!”. Giuseppe pianse quando gli si parlò così. 18E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: “Eccoci tuoi schiavi!”. 19Ma Giuseppe disse loro: “Non temete. Tengo io forse il posto di Dio? 20Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. 21Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini”. Così li consolò parlando al loro cuore. 22Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; egli visse centodieci anni. 23Così Giuseppe vide i figli di Èfraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. 24Poi Giuseppe disse ai fratelli: “Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questa terra, verso la terra che egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe”. Giuseppe fece giurare ai figli d’Israele così: “Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa”.26Giuseppe morì all’età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto.
Commento
Giacobbe muore. I fratelli di Giuseppe cominciano ad avere paura, perché pensano che Giuseppe ritratterà il suo perdono. Giuseppe si rammarica, si rattrista e si offende. Niente è acquisito una volta per sempre. Nulla si può dare per scontato. Le scelte vanno rinnovate ogni giorno. E’ vero che una persona può retrocedere, può tornare sui propri passi, ma se la scelta è stata fatta con preghiera, maturità e senso di responsabilità, e, nel caso di Giuseppe è stata ‘vagliata con il fuoco’, tale scelta si scolpisce nel cuore, diventerà definitiva e indelebile. Questa paura (immotivata) dei fratelli indica ancora una volta la loro fragilità. Prima di morire, Giuseppe pronuncia l’ultima grande profezia: “io sto per morire ma Dio certamente verrà a farvi visita e vi farà uscire da questa terra che egli ha promesso con giuramento ad Abramo, Isacco e Giacobbe” (v.24). Giuseppe vede oltre, vede il futuro perché ha imparato ad abitare ‘in Dio’ e riesce a scorgere i suoi stessi sentimenti e la sua irremovibile volontà di salvezza. E muore in pace, sazio di giorni. E qui finisce il libro della genesi. La storia ci dice di un lungo tempo di schiavitù in Egitto e poi la grande liberazione che porterà il popolo Ebreo nella terra promessa.
Preghiamo
Pregiamo per Orietta.
Ancora una volta mi risuona la frase :tutto concorre al bene di coloro che amano Dio… Incontra però tutta la mia poca fede e le mie resistenze… Come può una guerra condurre al bene… Come può un mio sbaglio non avere conseguenze negative? Mi rimetto nelle mani del Signore, Lui può rendere ogni cosa trasformata dal Suo amore dalla sua grazia, mentre prego per Orietta.
Scelte mature e responsabili hanno dentro tutta una storia. Quando ci si arriva si è fatto già un lungo percorso dentro e fuori di sé. Le scelte mature hanno radici profonde, spesso anche ferite profonde , che il tempo trasforma in cicatrici per non dimenticare, e nello stesso tempo per ricordarci che qualcosa ha potuto richiudere le ferite e ricostruire una sostanza nuova dentro e fuori. Ricostruire un tessuto nuovo. Forse più delicato, soprattutto all’inizio, poi ispessito dal tempo e dalla vita. Ecco, le scelte mature hanno questa delicatezza e questo spessore. Cambiano la forma e la sostanza del nostro essere, ma possono ricostruire grandi cose! E alla fine ci lasciano profondamente integri, e forse un po’ più veri…
Prego per Orietta e per il suo cammino!