Rut 1,15,- 17
15 Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». 16 Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. 17 Dove morirai tu, morirò anch’io e lì sarò sepolta. Il Signore mi faccia questo male e altro ancora, se altra cosa, che non sia la morte, mi separerà da te».
Commento
Ci sono due modi per ascoltare una persona. Il primo è quello di ascoltare e fare quello che la persona chiede. Se volete è quello che ha fatto Orpa: ha ascoltato e obbedito a Noemi ed è tornata a casa. E non è da biasimare per quello che ha fatto. L’altro modo è quello di Rut che ascolta, ma disobbedisce. Forse in nome di un bene più grande. Rut sceglie di non lasciare sola sulla via del ritorno Noemi. Il problema è che Rut va a finire in terra straniera. Bello quel: il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. Rut è determinata a condividere con la suocera la miseria e il dolore. Per capire quello che di grande ha fatto Rut, dobbiamo partire dal dolore di Noemi. Grande è il suo dolore e quindi Rut decide che non va abbandonata, a costo di entrare in un nuovo paese, a costo di credere in un nuovo Dio. l’amicizia, la cura vale più i tutto il resto. Provo a formulare questo pensiero in un altro modo. Rut trova il modo di unificare la vita con la fede e lo fa nel nome dell’imperativo etico della cura e della solidarietà, della carità Credo che ogni volta che un uomo o una donna fanno un gesto di sincera vicinanza e accoglienza stanno vivendo la fede, stanno mostrando il volto di Dio. Rut riconosce che il divino sta in questa religione della vita che accoglie. Forse lei, antenata del Signore ha messo nel dna di Gesù questa idea che nell’uomo che vive bene l’umano, è già presente la divinità. Tanto è vero che Gesù lo dice: ogni volta che avete dato un bicchiere di acqua fresca a questo piccolo l’avete dato a me. Nel proseguo del testo ci si accorgere che questa relazione di amicizia alla fine sarà un dare e un ricevere reciprocamente. Intanto contempliamo la bellezza del gesto Rut.
Preghiamo
Preghiamo per Mauro che ci ha lasciati oggi dopo l’infortunio sul lavoro.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Prego si per Mauro e per quanti lo piangono. Un passaggio faticoso che va avvolto di preghiera e di tenerezza.
Il testo di Rut è bellissimo e lo ritrovo nel canto che spesso ho usato nelle celebrazioni. Queste parole, per me religiosa, rivolte al Signore, sono una manifestazione di amore e di abbandono. Mi piace pensare queste parole adatte anche nelle relazioni di amicizia e di servizio a un popolo nuovo. Questo popolo brasiliano tra cui vivo può diventare il luogo in cui vivere e morire per amore. Appartenenze che si richiamano e che rendono intensa la vita.
Questa donna sceglie. Mi piace la sua libertà nel donare amore e presenza. Anche dovesse costarle la vita. È coerente alla vita, la sua scelta perché è una scelta di amore assoluto! Grazie Signore per le Rut che ci doni nel mondo… in ogni mondo. Ricordo Mauro nell’abbraccio di Dio e prego per la sua famiglia.
Elena
Leggendo il brano suor Rita si sente Rut io mi sento un po Noemi provata stanca e delusa.
Noemi vuole allontanare tutti perche non vuole coinvolgere chi ama nella sua condizione ma Rut disobbedisce e le sta accanto
Noemi e stata fortunata ad avere Rut e vefo in lei Gesu e il suo amore pet noi che non ci abbandona mai.
Vorrei anch’io trovare quallcuna come Rut!
Ma la fede mi dice di affidarmi a Gesù che non ci abbandona mai.
PREGO ANCHE IO PER MAURO E LA SUA FAMIGLIA. AMEN.