Lc 9,23-27
23Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. 25Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? 26Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. 27In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».
Commento
Queste parole sulla sequela di Gesù si presentano di una chiarezza e oserei dire di una radicalità impressionante. sembra non esserci scampo di fronte a queste parole. eppure esse danno fondamento alla nostra libertà. Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Solo noi che leggiamo – e non i discepoli – siamo in grado di capire il senso di quella croce da portare. Vuol dire che in nome dell’Amore e della Misericordia Dio, noi ci mettiamo in cammino, rinunziamo a qualsiasi privilegio e ci adoperiamo per il Regno di Dio: la Sua Giustizia in terra come in cielo. Questo è seguire Cristo: questa è la nostra sequela. La libertà del cristiano si fonda su una legge che diventa una chiamata etica di fronte ad un mondo in cui prevale l’ingiustizia. Ogni giorno. La libertà a cui Cristo ci chiama ci permette di riappropriarci della vita. Vita: nascita, esistenza e separazione vissute ogni giorno guardando alla croce. La croce vuol dire dare un senso di presenza alla Giustizia di Dio. Non vuol dire anestetizzarla pensando di essere una setta di eletti, vuol dire affrontare il nostro presente, le sue ingiustizie e riscrivere la storia al fianco dell’umanità. Se io credo che salvando i miei interessi, tutelando il mio sangue, Dio sarà al mio fianco riceverò la più deludente delle risposte. Il discepolo ha deciso di perdere la vita per l’amore di Cristo, assieme come popolo e nuova famiglia in mezzo a coloro che più avevano bisogno di giustizia.
Preghiamo
Preghiamo per Emilio
Ogni giorno prendere la propria croce, vale a dire la propria vita, così come si presenta nella nostra storia e nel nostro tempo. Seguiamo Gesù come discepoli proprio nel cammino quotidiano facendo i conti con quello che siamo, in bene e in male. Seguire Gesù non significa essere perfetti,, senza macchia.Significa affidarsi a lui come Lui si è affidato al Padre, ascoltando quello che il Padre dice e rivelandolo con la vita e, talvolta, con la parola.
Nei momenti peggiori, i più duri, mi è venuto il desiderio forte di pregare davanti alla croce. Non per chiedere di essere liberata da ciò che mi feriva, mi addolorava, ma per chiedere la forza necessaria per attraversare la mia croce. L’ ho sempre trovata, questa forza, è un dono grande, anche nel confronto con la Madre, che stava sotto la croce, straziata da un dolore incontenibile:quello di chi vede morire, e morire in quel modo, il proprio figlio. E se Lei ha attraversato questo, forse, con un pizzico di questa fede, ce la posso fare anche io. Prego perché il Signore ci doni un poco della stessa forza fiduciosa di Maria, che ha attraversato, contemplato e custodito nella Sua vita le cose più meravigliose e più dolorose. Prego per Emilio e per Nicoletta