sabato 16 novembre

di | 16 Novembre 2019

Lc 1,57-66     

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. 59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Commento

Ed ecco la nascita di Giovanni Battista. Il significato del suo nome è il signore fa grazia. Ed è proprio una grazia quella della sua nascita. Una grazia dove si esercita verso Elisabetta la misericordia di Dio, una grazia perché toglie una vergogna, quella della sterilità di Elisabetta. Il padre Zaccaria è però ancora nella condizione di essere sordo e muto così la madre, con grande audacia e contro ogni consuetudine di quel tempo, impone al figlio della grazia il nome di Giovanni.  La sterilità è diventata fecondità, l’umiliazione si è mutata in fierezza, l’attesa piena di fede vede il compimento da parte di Dio di ciò che era impossibile agli umani. Zaccaria ed Elisabetta erano degli ‘anawim, quei poveri curvati dalla vita che sperano solo nel Signore, ma ora proprio loro sono strumento, testimoni dell’azione di salvezza che Dio compie in favore di tutto Israele.  Non può passare inosservata la forza di Elisabetta la quale, contro la contestazione dei parenti, dà al figlio il nome designato dall’angelo Gabriele per indicare la missione affidata da Dio al nascituro. Se il nome Elisabetta significa “Dio ha promesso”, con la grazia manifestatasi nella nascita di Giovanni la promessa si è compiuta. E ora che la madre ha imposto il nome al bambino, si scioglie la lingua di suo padre Zaccaria, il quale pronuncia il famoso Benedictus. Ma che vedremo domani. in questo racconto entra per la prima volta il tema della misericordia che sarà il grande tema del vangelo di Luca

Preghiamo

Preghiamo don Paolo

2 pensieri su “sabato 16 novembre

  1. Elena

    È bello sapere che Dio mantiene le sue promesse! Almeno Lui….La fede ci sostenga nei momenti in cui tutto sembra umanamente perduto e impossibile. Il Signore sa come venirci incontro se noi, poveri di tutto, riponiamo in Lui la nostra fiducia.
    Signore, accresci la nostra fede e accogli la preghiera di chi ti invoca. Una preghiera per don Paolo, per Davide, per Nicoletta, per Bruno, per Alicia e per le speranze che conosce solo il Signore…

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  2. sr Alida

    PER GRAZIA …quello che siamo di bene lo siamo per grazia ,in questa grazia riponiamo ogni volta la nostra vita nelle mani di Dio qui sta la pace del cuore …Mi unisco alla preghiera per don Paolo per il convegno di sr Rita in questi giorni,per Davide ,Nicoletta,Bruno, Alicia ed Alessandro .

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