Questo è uno di quei racconti per cui alla fine tanti di voi daranno: ma questo ha buon tempo, c’è altro di ben più importante da fare nella vita. ed invece per me è qualcosa di unico e meraviglioso. Assisto infatti ad una scena incredibile, una scena che ha del magico. Ho un attimo di tempo dopo cena. Le giornate si sono allungate ma fa ancora freddo. Fuori casa il sole sta tramontando e lascia una lunga scia di color rosso fuoco. Ci sono delle nuvole che coprono quel rosso fuoco. Ma non è questa la cosa che mi colpisce, non è questa la magia che mi prende. Fuori casa c’è un piccolo spazio di verde. C’è la nostra pianta di cachi che tenta disperatamente di far nascere le nuove foglie, ma secondo il mio modesto parere fa ancora troppo freddo. Sotto il caco ci sono delle rose che provano anche loro a germogliare, ma sembrano più timorose del caco, anche loro hanno freddo e si chiudono a riccio. E poi ci sono dei fiori di tarassaco. Durante il giorno quando la temperatura si è un poco alzata è stato un via vai di api. Sostavano con piacere per prendere un po’ di nettare e polline. Con tutto questo freddo le fioriture sono rare, sono infreddolite. Verso sera, al momento del tramonto ecco il miracolo. I fiori di tarassaco incominciano a chiudersi per ripararsi dal freddo e mi accorgo che un’ape resta chiusa dentro il fiore che ha chiuso i suoi petali. Imprigionata dentro un fiore di tarassaco. Subito non me ne rendo conto, poi mi avvicino al tarassaco ormai chiuso pronto per affrontare la notte e sento l’ape imprigionata dentro il fiore. Inizialmente mi pongo la domanda, ma come ha fatto a finire li dentro, chiusa in un fiore di tarassaco. Non lo so perché vedo che è successo. Mi avvicino al fiore, apro i petali, prendo l’ape e la lascio libera nel cielo, con un invito sussurrato piano: torna a casa a tua. Mi siedo e mi ritrovo l’ape che mi gira intorno, due bei cerchi e poi se ne va. Forse era un grazie? Non lo so, ma sono contento che questa ape si è fatta un giro di danza attorno alla mia testa. Quante volte resto imprigionato dentro i miei sogni e quante volte qualcuno viene ad aprire quel fiore che sono i miei sogni e mi lascia libero di volare. Chi apre i petali della mie prigione? Chi rende le mie ferite, feritoie dove poter lasciar passare la luce. È la mia anima che rimane prigioniera dentro le sue paure. Chi mi aiuterà a rinascere nell’anima? Invoco il mio Dio, colui che consola, colui che ascolta, colui che esaudisce e lui mi libera. La mia è un’invocazione, la sua è libertà. Il mio è un volo di danza attorno a lui per dire grazie che ancora una volta mi ha liberato. La sua è la grazia che dona libertà all’anima.