Come rimedio ad un errore? Se non mi calmo, se non penso, se non cerco risposte sagge, rimedio all’errore con un altro errore. Quindi non è buona cosa insistere quando si ha già commesso un errore. Meglio calmarsi. Ci sono un sacco di scuole che insegnano come gestire se stessi, come rimediare all’errore e via dicendo. A parte il fatto che non mi convincono per niente, alla fine rimango con i miei errori. In genere comunque cerco di chiedere scusa, anche se non sempre ce n’è bisogno. Ma c’è una cosa che faccio quando commetto un errore. Faccio due passi. È successo anche ieri. Commetto il mio ennesimo errore, chiedo scusa e poi mi faccio due passi. Cammino con in piedi, cammino con la mente, cammino con il cuore. Non per elaborare chissà quale strategia, non per meditare sull’errore. Cammino e basta. Mi sembra di passare per un attimo dentro un deserto e questo mi aiuta a ritrovare fiducia. Cammino con i piedi, e questo mi libera la mente. Cammino con la mente lasciandola andare libera senza soffermarmi sull’errore. Cammino con il cuore per prendere affetti belli da trattenere. Quando non cammino mi incespico nell’errore e lo faccio diventare più grande di quello che è veramente. Quando cammino mi lascio alle spalle l’errore, il malanno, la tristezza. Faccio come don Roberto che la notte ripercorreva tutte le sue montagne e alla fine era sereno. Io non percorro montagne, io cammino con la mente e basta. Se sto fermo mi sento sempre più in aria, se mi muovo anche solo con un viaggio interiore mi sento più tranquillo. L’errore rimane, ma nel cammino si diluisce e svanisce. Il più difficile è camminare con la mente, perché la mente ritorna sempre sull’errore, il più facile è camminare con il cuore, perché in qualche modo riesco a recuperare un sentimento buono. E se recupero un sentimento buono alla fine anche il corpo cammina sereno. Cammino perché torno a casa, torno al mio cuore, torno all’altro e all’Altro.