Non so bene se è proprio un ricominciare. Non so bene cosa ci aspetta nei prossimi giorni. Certo stiamo ricominciando con i lavori dell’orto. Li chiamiamo lavori primaverili, con tutti i dubbi di questa primavera anticipata. Comunque si fresa la terra, si piantano le cipolle, si prepara il terreno per lo spazio per le piante officinali. Le api stanno deponendo covate e portano dentro nelle loro case, polline e miele. Non so bene dove vanno a prenderlo ma lo trovano. Ci hanno regalato un piccolo nespolo e lo abbiamo piantato. Insomma, non si perde tempo. Sembra primavera e tutti sembrano presi dalla frenesia primaverile. È vero ricominciamo. ma con un grande dubbio che provo ad esprimere così: non è che fra qualche giorno questa frenesia primaverile viene come bruciata o meglio gelata dal freddo o bagnata dalla pioggia. Il tema è che siamo troppo in anticipo, le temperature sono troppo alte e quindi è rischioso procedere per questa strada primaverile anticipata. Sappiamo anche che non possiamo farne a meno. Le piante stanno incominciando ad aprire le gemme. So che non va bene, so che il cambiamento climatico è un gran casino e so benissimo che questa cosa che stiamo facendo dei lavori primaverili anticipaci è un grande rischio, ma non possiamo farne a meno. Oggi parlavo con una persona e dicevo un passo alla volta, secondo quello che la vita ci chiede di fare, senza forzare i tempi. Guardo il mio orto e mi dico stiamo facendo dei passi troppo veloci, ma è come inevitabile farli. Guardo la mia vita e vorrei aver dentro l’arte del passo giusto, ma so che ogni tanto la vita stessa mi spinge ad accelerare. Guardo questo mondo e so che dobbiamo rallentare e fare i passi giusti, ma so anche che il tempo si è fatto breve, ci sono storie e vicende che non hanno più tempo, necessitano di accelerare. Vi faccio solo due esempi di storie che non hanno più tempo: quella della pace e quella del clima. Qui non c’è più tempo. Qui bisogna accelerare, sperando di non rimanere senza fiato.