Abbiamo necessità di fare tutto e subito. Di sistemare tutto secondo coordinate precise. E nel minor tempo possibile, e con i costi minimi di tempo e di denaro. Poi diciamo che ci vuole tempo per ascoltare, ma anche questa è operazione fittizia perché non c’è tempo. Tutto va sistemato, tutto va incasellato, tutto va organizzato e non c’è tempo per attendere il tempo della nascita. Negli orti intensi si fa così: un’insalata riccia non ha tempo di godersi la crescita, non c’è tempo, deve finire nel sacchetto di plastica il più velocemente possibile e il più economicamente vantaggioso. Non c’è tempo per altro. E così anche la terra in cui cresce quell’insalata. Non ha tempo per riposare deve produrre tutto e subito. Non c’è tempo per stare a casa con i tuoi figli, c’è tanto da fare. Giro per il mio orto. Lo lascio anche riposare, lo lascio godersi la crescita lenta e elegante. Non ho bisogno di altro tempo. Mi chiedono quanto produce il mio orto. E io rispondo che produce riflessione e amicizia. Mi guardano e sorridono: di questo non si vive. Devi trovare uno che fa rendere la terra. io sorrido e me ne vado e penso che c’è un ri-tempo, un tempo ancora per riprendere il cammino, un ri-tempo per ascoltare, un ri-tempo per curare, o per prendersi cura. Un ri-tempo non per programmare, ma per stare. So che sono fuori dal tempo pensando così, ma non mi interessa. Anche io corro tutto il giorno, ma spero in un giorno non troppo lontano di fermare tutto e di avere un ri-tempo per me e per l’orto e per tutti. Fossati canta in una sua canzone un modo magistrale di questo ri-tempo. Dice così:
Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno che hai voglia ad aspettare
Un tempo sognato che viene di notte
E un altro di giorno teso
Come un lino a sventolare
C’è un tempo negato e uno segreto
Un tempo distante che è roba degli altri
Un momento che era meglio partire
E quella volta che noi due era meglio parlarci
C’è un tempo perfetto per fare silenzio
Guardare il passaggio del sole d’estate
E saper raccontare ai nostri bambini quando
È l’ora muta delle fate
È arrivato il faraone e ha bisogno del suo tempo e io vi saluto.