A volte mi sembra di essere come su un palcoscenico. Non quei palcoscenici che accolgono le grandi star, e nemmeno quei palcoscenici della tv. Si tratta piuttosto di quei piccoli palcoscenici di paese che accolgono le commedie in dialetto, qualche rassegna teatrale e i concorsi canori per i bambini. Il mio palcoscenico è di questo tipo. Su quel palco passano storie, incontri, si costruiscono relazioni, si prova a imbastire un senso da dare ad ogni incontro. A volte mi sembra che il palcoscenico accolga una tragedia greca, altre volte una commedia musicale, oppure un’ opera drammatica. Sul palco che frequento ogni giorno accade di tutto e tutti possono passare. E tutti hanno la possibilità di uno spazio di ascolto, tutti possono recitare la loro parte. Attenzione bene non è un copione preso da altri, ma è la vita stessa che si dipana su quel palco. E forse il palco è il mondo intero, lo scenario di una cattedrale a cielo aperto, con un palco che è la terra che calpesto ogni giorno. Sul questo palco non si recita per finta, ma per vero, si recita la propria vita. poi magari succede che chi mette piede sul palco vuol recitare un copione non vero, oppure trovi quello che recita in verità. Quel palco che è il mondo è, nel bene e nel male, il più grande gioco della libertà che si possa trovare in tutto il creato. Ed io vengo come attraversato da tutte queste ferite, da tutte queste storie, da tutto questo mondo. Sono relazioni in prova, relazioni che provano la vita, che mettono in gioco tutto. Su questo palco io non metto la maschera, ma mi presento così come sono e accolgo chi vuole salire su questo palco che è la possibilità di un incontro, di una relazione, di una speranza o di una delusione. Poi più modestamente guardo il palco che sta attorno a me e che si chiama Rosciano: so che ogni giorno da qui si dipanano tutte le relazioni in prova della mia vita. devo essere sincero questo mi basta, perché già questo mette a dura prova la mia vita.
Molto bella e suggestiva l’immagine del mondo come teatro della vita. Grazie sempre per i tuoi racconti quotidiani e tanti AUGURI per la tua nuova avventura pastorale nella pianura bergamasca