Dobbiamo lavorare, questo è scontato. Dobbiamo anche produrre, anche questo sembra scontato. Ma poi ci incagliamo nelle scelte. Lavorare conosce due estremi. Lavoratore indefesso e lavoratore che bisogna spronare continuamente. E così il produrre: produrre all’infinito per guadagnare e sfinire madre terra e creare povertà, oppure cercare vie diverse che riconosciamo non stare in piedi dal punto di vista economico. Noi diciamo con un detto: alla fine i onti devono tornare. Il mio orto è un esempio bellissimo di questa fatica di provare a tenere insieme i vari pezzi. È un luogo di lavoro, ma poi passano persone e ragazzi che di lavorare in un orto non ne hanno l’idea e la voglia. Ma allora è giusto che in nome della produzione tutti passimo per l’orto? In questi giorni l’orto ci ricorda che fra poco inizia la stagione impegnativa: lavorare o fare altro? E così anche per quanto riguarda la produzione: il nostro orto non ci garantisce la sopravvivenza economica, ma ci garantisce qualcosa, un poco di sopravvivenza. Certo per fare in modo che ci garantisca un poco di sopravvivenza dobbiamo impegnarci tutti. Non siamo produttori, ma non siamo nemmeno gente che gioca a fare l’orto. Ho raccontato in modo un po’ provocatorio di questa questione perché questa è la questione economica. Lavoro e produzione e profitto sono i tre grandi temi dell’economia. I nostri ragazzi andranno al lavoro, si spera, e non verrà detto loro fai con calma, prenditi i tuoi tempi, ma: non perdere tempo, riordina tutto, sii produttivo. Non ci piace questo mondo? Primo, l’abbiamo costruito noi così; secondo questo è il mondo che abbiamo tra le mani. Forse la parola sacra pone il problema in altro modo. L’economia non deve essere divisiva, il lavoro non deve essere divisivo. Quando si creano le grandi divisioni tra pochi ricchi e tanti poveri sappiamo bene che questa economia non va bene. Il lavoro è lavoro. quindi chiedo a tutti coloro che passeranno nell’orto di lavorare con serietà. Non saremo di quelli che obbligheranno tutti alla grande fatica, ma nemmeno di stare a guardare, ciascuno dovrà mettere il suo contributo per rendere bello l’orto. Sono convinto che un orto, se fatto insieme, e da tutti diventa un luogo di incontro e di relazione e non è mai divisivo. Un’ economia biblica della produzione, ma anche delle relazioni. La sfida è come creare relazioni buone, lavorando sul serio,ma cosa vuol dire lavorare sul serio?