venerdì 3 marzo

di | 2 Marzo 2023

Esodo 28,31-43

Farai una lamina d’oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo, “Sacro al Signore”. 37L’attaccherai con un cordone di porpora viola al turbante, sulla parte anteriore. 38Starà sulla fronte di Aronne; Aronne porterà il carico delle colpe che potranno commettere gli Israeliti, in occasione delle offerte sacre da loro presentate. Aronne la porterà sempre sulla sua fronte, per attirare su di loro il favore del Signore.
39Tesserai la tunica di bisso. Farai un turbante di bisso e una cintura, lavoro di ricamo.
Per i figli di Aronne farai tuniche e cinture. Per loro farai anche berretti per gloria e decoro. 41Farai indossare queste vesti ad Aronne, tuo fratello, e ai suoi figli. Poi li ungerai, darai loro l’investitura e li consacrerai, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. 42Farai loro inoltre calzoni di lino, per coprire la loro nudità; dovranno arrivare dai fianchi fino alle cosce. 43Aronne e i suoi figli li indosseranno quando entreranno nella tenda del convegno o quando si avvicineranno all’altare per officiare nel santuario, perché non incorrano in una colpa che li farebbe morire. È una prescrizione perenne per lui e per i suoi discendenti.

Commento

Commento

I paramenti e gli accessori del sacerdote avevano come scopo quello di mostrare la gloria, il valore e la santità di Dio, di cui il sacerdote era mediatore. Si insegnava che la ” santità al Signore ” è la corona più alta e la più vera eccellenza della religione, ciò a cui devono condurre tutte le cerimonie; senza questa prospettiva tutto l’armamentario del culto diventa agli occhi di Dio uno scherno. Questi oggetti avevano come scopo quello di insegnare al sommo sacerdote stesso a non riposarsi su forme esteriori, ma a mostrare nella propria persona la santità di Dio, e di insegnare al popolo a guardare continuamente, alla santità interiore. È chiaro che il confine tra interiorità e tutto quello che riguarda il mondo di Dio e l’esteriorità, la ritualità vuota, in queste descrizioni è sempre molto sottile e difficile da individuare. Ed anche l’idea che sono descrizioni perenni sono abbastanza difficili da capire. Di fatto il tempo e la cultura del tempo cambieranno continuamente queste attenzioni e riti esteriori, come del resto è giusto che sia. Nel rito e nell’esteriorità di un vestito non c’è mai nulla di definitivo. La preoccupazione di questi testi non è tanto quella di definire tutto, ma di mettere in evidenza la santità di Dio anche attraverso tutta una ritualità che dovrebbe in qualche modo raccontarci di questa santità.

Preghiamo

Preghiamo per Carlo

2 pensieri su “venerdì 3 marzo

  1. Elena

    La santità di Dio…
    Quante volte abbiamo ridotto Dio a qualcosa che di grande, santo, bello, profondo , unico e Dio non è…
    Signore, abbi pietà della nostra pochezza!

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.