Ieri la capanna di natale presso il santuario ha dichiarato: sono pronta, finita. E poi i regali di natale sono quasi tutti ultimati. ogni giorno ci sono sempre delle cose che vanno aggiustate, ma lentamente ogni tessera di quel puzzle che è l’attività quotidiana va a incastrarsi al posto giusto. Certo bisogna stare sempre vigilanti ben sapendo che alcune cose non vanno in porto e altre riusciranno bene. Mi sto rendendo conto sempre di più che non devo tenere in mano la situazione come un grande direttore, ma devo accompagnarla dentro quei percorsi che la vita quotidiana ogni giorno ci riserva. Accompagnarla, non che la conduco come un condottiero, ma che divento capace di stare vicino all’altro, magari a volte facendo quello che gli altri e nemmeno io vorrebbero fare, come pulire una cucina, un bagno, fare la spesa e fare da mangiare. Non si tratta di sostituirsi, ma di esserci cercando poi di aiutare i ragazzi a recuperare quello che è fatto bene e quello che non è fatto bene. Certo è più veloce e più efficiente essere direttivo, ma è sicuramente più accogliente accompagnare. Certo ogni tanto anche io divento direttivo perché non ce la faccio più, ma quando sono così divento incontrollabile. In questi giorni ho parlato di prova e vorrei concludere con questi semplici pensieri. Come mi succede nella relazione quotidiana con i ragazzi dove cerco di accompagnarli, così vorrei che succedesse con la prova della vita. non voglio dominarla, non voglio essere direttivo con lei, ma voglio accompagnarla momento dopo momento, giorno dopo giorno. Voglio accompagnarla dentro quello strano labirinto che è la vita stessa. Quella vita che mi chiede di star dentro nella prova, nei suoi percorsi tortuosi e lineari insieme. Io mi muovo dentro questo labirinto, io ci cammino dentro e spero di poter uscire di nuovo alla luce del sole. Assecondare la prova vuol dire anche assecondarla a volte in maniera dolce, altre volte a viso aperto, con tutto quanto comporta la durezza di questo confronto. Quello che mi sembra importante è che io non domino mai la prova, non la comando, non la piego al mio volere. Utilizzare questo metodo vuol dire aprire una guerra infinita proprio con la vita che è prova. Ma non mi conviene aprire una guerra infinita con la mia stessa vita che mi prova. conviene tentare un dialogo, un ascolto, un accompagnamento dolce e sereno. Chiudendo questi pensieri sulla vita come prova vorrei ribadire che sono nella prova, ma sto accompagnando la prova e un giorno la grazia di un nuovo inizio arriverà. Non voglio più lottare con la prova, ma dialogare con essa
Vivere una prova è già assimilarla, metabolizzarla, farne parte con tutti i sentimenti contrastanti e sofferti che ci portiamo dentro, perché questi siamo noi. E siamo noi a dover attraversare le nostre prove ogni giorno, con fatica, con coraggio, con ribellione, con accettazione, con rassegnazione, con rabbia, con dolore, con amore. Perché in ogni giorno di vita ed in ogni prova possiamo portare, in fondo, solo noi stessi, possiamo lasciarci attraversare per ritrovare pace e luce dall’altra parte. E forse impareremo anche a ringraziare per le nostre prove, perché ci rendono nuove persone, a volte irriconoscibili, per ciò che eravamo e non sapevamo prima, neppure di noi stessi. Credo che tutto abbia un senso nello sguardo di Dio e quindi nelle nostre vite. La cosa bella e consolante è che tutto passa, prova compresa, ed il Padre non ci lascia mai…
grazie
Accompagnare e attendere. Ritorno un attimo alla mia prova di ieri che è l’attesa ieri non era il giorno giusto e non si è conclusa l’attesa speriamo oggi. Accompagnare a che fare con questo periodo al di là dell’attesa per me è contattare come si puo’le famiglie e i bambini del gruppo di catechismo con loro accompagno me stessa a vivere insieme a loro il messaggio che il don invia… Non stiamo facendo incontri di presenza che speriamo di iniziare a gennaio accompagnare con i messaggi belli e significativi che mi giungono e pregare per questo perché il rischio del farsi compagni nel cammino è anche quello che ti possono anche non ascoltare o pensare ad altro accompagnare è anche lasciare liberi e accogliere anche il no. Bello don come accompagni i ragazzi… Grazie
Stamattina è arrivata la risposta all’attesa sto’tornando a Cantello. Grazie Signore