quando la vita è attesa, finale

di | 5 Dicembre 2020

Abbiamo un’ultima grande attesa su cui provare a dire delle parole, spero sensate. È l’attesa di un uomo e di una donna che attendono un figlio e attendono un invito reciproco a volersi bene, a formare una famiglia. Questa esperienza è di tutti gli uomini e le donne che si vogliono bene e che credono nel vicendevole amore. Questa esperienza è di tutti gli uomini e le donne che si accingono a diventare padri e madri. Tutte le vicende dove è messo in gioco l’amore sono degne di essere rispettate, narrate, incoraggiate e perché no sorrette. Ma vi è un’esperienza esemplare su cui voglio soffermare la mia attenzione. Si tratta di Maria e di Giuseppe. Due sguardi diversi sulla medesima attesa: il figlio Gesù e la conseguente scelta di vivere insieme, di fare una famiglia. Si, perché mi sembra che le questioni sono due: il promesso e la promessa sposa e il figlio. Lui uomo giusto lei donna affidata e affidabile. Affidata alle parole di un angelo, affidabile nei confronti del suo amato Giuseppe. Credo che la vicenda di questa attesa si dipana dentro queste parole: giusto, affidato, affidabile. Si può attendere, si può decidere saggiamente di costruire una storia quando lo sfondo non è l’emozione, il sentimento, ma la saggezza e l’affidabilità. Erano così Giuseppe e Maria: giusti, saggi e affidabili. Queste tre caratteristiche hanno permesso non di capire tutto della vita, ma di amarsi reciprocamente. Non ha capito tutto Giuseppe di quella donna, ma l’ha amata. Non ha capito tutto Maria di quell’uomo ma lo ha amato. Mi stupisce che il vangelo riporti poche parole di Maria e nessuna di Giuseppe. Meno ancora un dialogo aperto tra loro. L’amore ha sì bisogno di essere narrato, ma la narrazione non è spot televisivo, programma di piazza del paese, dove la narrazione dell’amore reciproco è esposta a tutti. Giuseppe e Maria hanno vissuto la narrazione del loro amore all’interno del loro amore, non nella piazza del paese.  Così hanno vissuto attesa, nascita, crescita, di quel figlio Gesù. così hanno vissuto il loro amore. Giuseppe e Maria, hanno raccontato all’interno della loro storia  l’amore  reciproco e la meraviglia per quel loro figlio Gesù. e i vangeli sono stati così discreti che non sono andati a cercare quei racconti, quelle narrazioni; sono rimaste segrete, come a volte devono rimanere segreti i racconti di chi si ama. L’attesa di Maria e Giuseppe è esempio di cosa vuol dire attendere, capire il linguaggio dell’amore reciproco, capire le  parole di dire e lasciare poi tutto nell’oblio. Una cosa non è rimasta nell’oblio, nel nascondimento: il loro amore reciproco  che il figlio Gesù ha visto ogni giorno e da cui ha imparato forse dal papà Giuseppe l’arte dell’uomo giusto e dalla mamma l’arte della donna affidabile e affidata. Forse da tutte e due Gesù ha imparato uno sguardo bello sulla vita, ha imparato la generosità della vita. e forse per finire Gesù dai suoi genitori ha imparato uno sguardo vero sul povero e sui malati e di quello sguardo vero, rimarrà il ricordo stampato per sempre nel suo cuore tanto è vero che lui, il figlio di Dio, guarderà il povero e il malato con lo stesso sguardo di mamma e papà.

2 pensieri su “quando la vita è attesa, finale

  1. Elena

    “a volte devono rimanere segreti i racconti di chi si ama”…
    Ci sono cose intime e segrete in ogni relazione d’amore, le conoscono e le comprendono solo coloro che le vivono. L’amore non si può nascondere, ma non può essere sempre raccontato, esposto. L’amore sa essere discreto e profondo. È fatto di piccole e grandi cose vissute, spesso neanche dette…. è fatto di sguardi, di cose impalpabili e insondabili, di cose dell’anima….
    Si vede e si parla di un fuori, ma l’amore è dentro una relazione. Sento gratitudine per Giuseppe e Maria, per quel loro amore segreto e insondabile affidato al Dio che tutto può….

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  2. sr Alida

    Essere giusti affidati e affidabili ….l’attira l’attenzione del cuore questo affidare ,mi affido e affido la mia vita e quella di quanti mi stanno a cuore al Signore chiedo uno sguardo bello sulla vita ,uno sguardo vero sui poveri e sui malati.

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