In questi scritti faccio fatica a seguire le indicazioni degli amici che mi chiedono di parlare di argomenti specifici. Vado per istinto, per intuizioni che nascono dalla vita quotidiana. E niente di più. Queste parole non hanno la pretesa di essere trattati su argomenti. Nascono nel momento in cui li scrivo e muoiono subito dopo. Ma l’argomento che un amico mi ha suggerito è intrigante, affascinante, pericoloso. Un amico mi ha chiesto di scrivere parole sulla profezia. Un tema intrigante perché la profezia guarda dentro la storia, ragiona sulla storia e rilancia il futuro. Per chi è credente rilancia il futuro con lo stesso sguardo e le stesse parole di Dio. Affascinante perchè sempre mi hanno affascinato i profeti della bibbia, i profeti dei nostri giorni. Pericoloso parlare di profezia almeno per due motivi. Il primo è quello di pensare che scrivendo due parole su questo argomento io possa sentirmi profeta. Tranquilli attingo alla profezia, ma non sono profeta. La seconda questione è che bisogna capire bene chi è il profeta. Non è colui che predice il futuro; è colui invece che legge la storia con gli occhi di Dio e qui la faccenda si complica. Perché per leggere la storia con gli occhi di Dio devo essere dentro il mondo di Dio. Potevo scrivere semplicemente non sono profeta. Punto e basta. Ma voglio scrivere sulla profezia, attingendo dai profeti. Ho letto almeno due romanzi sui profeti. Il primo, il più famoso il profeta muto di Roth. Il mutismo del profeta è dato dal fatto che meglio la Siberia silenziosa scelta dal protagonista del romanzo che la rivoluzione idealista, ma che non cambia nulla, se non che prepara ancora nuove persone a guidare un mondo vecchio uguale a prima. Meglio il silenzio che questa farsa. Il secondo romanzo di cui non ricordo il titolo parla ancora di un profeta muto. È in atto l’assedio di Gerusalemme e la gente chiede al profeta una parola. Lui dice che parlerà solo quando Dio rivolgerà al profeta una parola. La gente insiste e lui alla fine parlerà, ma non sarà la parola di Dio e sarà la rovina della città. Ecco, la prima parola sulla profezia è il silenzio. Forse per non cadere nelle illusioni delle parole e della storia. Forse per non dire parole che non sono di Dio. Forse per ascoltare il mondo e gli uomini. Una chiesa silenziosa che non rivendica nulla, che ascolta il mondo e gli uomini, che torna ad ascoltare Dio e non le sue stesse parole. Una chiesa profezia del silenzio che ascolta. Una chiesa profezia del silenzio contemplativo delle parole di Dio.
Un…… SILENZIOSO….. grazie.
David Maria Turoldo diceva che profeta non è chi prevede il futuro, ma chi sa leggere il presente…