parole giuste

di | 10 Dicembre 2023

Non ci sono solo parole chiare, ma anche parole giuste. A volte la vita ci riserva sorprese dolorose e allora trovare parole giuste e chiare non è facile. Certo che ci sono le parole chiare. Ma sono parole dure,  parole dolorose; a volte quando si sente tutta l’ingiustizia addosso per il male subito diventano anche parole arrabbiate e definitive che non lasciano aperta una via, una strada, un pensiero o forse anche solo una prospettiva. Poi ci sono le parole giuste. Sono quelle che nel momento dell’ingiustizia rivendicano la giustizia. Quella cosa è ingiusta e le mie parole dicono che voglio giustizia, rivendico giustizia. Mi sembra che dare voce a tutto questo può essere anche utile. Ma per dare voce a tutto questo e fare in modo che tutto questo non degeneri in divisione e violenza c’è bisogno di qualcosa o qualcuno che sta lì in mezzo alle ingiustizie, che permetta di dire parole chiare e giuste, ma senza degenerare in ulteriore violenza. Serve un qualcosa o un qualcuno che raccolga il dolore e lo rilanci in termini di possibile vicinanza reciproca. Giobbe per me non è l’uomo della pazienza, la famosa pazienza di Giobbe. Porta pazienza nel tempo della fatica diciamo noi e immaginiamo questo uomo, Giobbe, che porta pazienza. In realtà Giobbe nel momento del dolore diventa l’uomo del grido, non l’uomo della pazienza. Egli grida a Dio tutto il suo dolore perché tutto quello che è capitato alla sua vita lo trova ingiusto. Dio ascolta quel grido scende sulla terra e dialoga con Giobbe, ma siccome sa bene che loro due soli non può funzionare chiama in mezzo a quella disputa addirittura tutto il creato. il creato sta in mezzo tra Giobbe e Dio perché i due possano trovare parole chiare e parole giuste. Mai da soli uno di fronte all’altro nel momento dell’ingiustizia subita, della ferita aperta.

Un pensiero su “parole giuste

  1. Sabrina

    E chi chiamare? quale persona arriva a noi per rilanciare il dolore se anche Dio non lo può contenere tutto, forse lo stesso Figlio che é sempre da tramite nelle mie preghiere e che ci indica la sua via d’amore nonostante tutto? A volte sarebbe bello che il grido non sia inascoltato, ma magari occorre gridare più forte, cercare ovunque, aggrapparsi alla speranza che qualcuno o qualcosa ci venga incontro oppure che la cerchiamo così tanto che la nostra preghiera non può rimanere inascoltata. Lo so che c’è un posto nel mondo dove le sofferenze confluiscono e prendono forma di speranza, che le guerre non sono infinite, così come i conflitti e le malattie ma spesso finiscono in una morte tragica e a noi piccoli, fragili e mortali a volte non resta che urlare, soprattutto per chi resta, e si sente inerme nella sofferenza e se non guarda lontano molto lontano, rimane solo rabbia e disperazione. Le parole giuste si quando ci sono, ma a volte rimane solo un tragico silenzio…come nella terra di Gesù, e questo Natale, come in quello in cui é nato Gesù quelle stesse strade sono macchiate del sangue di bambini innocenti, come quelli morti per mano di Erode. Non posso festeggiare senza sapere che anche questa volta quelle urla rimarranno pultroppo inascoltate.
    L’umanità é così da millenni ma ciò non significa che bisogna smettere di cercare quella giustizia e di urlare come Giobbe, perché se ci arrendiamo al male umano, non ci rimane nulla più che cenere.

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