Incomincio così oggi:
Vanno,
Vengono
Ogni tanto si fermano
E quando si fermano
Sono nere come il corvo
Sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
E corrono
E prendono la forma dell’airone
O della pecora
O di qualche altra bestia
Ma questo lo vedono meglio i bambini
Che giocano a corrergli dietro per tanti metri
Certe volte ti avvisano con un rumore
Prima di arrivare
E la terra si trema
E gli animali si stanno zitti
Certe volte ti avvisano con rumore
L’avete riconosciuto questo testo. È la canzone le nuvole di De Andrè. Ed è presto detto il perché di questo inizio. Sono rintanato in casa con la stufa che funziona e scalda bene. Fuori infatti c’è vento forte. O forse me ne sto rintanato in casa perché voglio stare con i miei pensieri. Un amico entra in casa e mi dice di uscire per vedere il cielo, ci impiego un attimo, non ne ho proprio voglia, ma alla fine esco. Il vento è forte, il cielo verso l’orizzonte è terso, senza nuvole, rosso per il tramonto. Invece verso la maresana è è più nero, con nuvole scure e che viaggiamo velocissime. Sono nuvole scure. Ecco perché la canzone di De André . il cielo del mondo oggi è fatto di uno spazio terso, limpido, rosso per il tramonto. L’altro pezzo di cielo è nero, solcato da nuvole tenebrose che scaricano il loro bagaglio di morte, che fanno tremare madre terra, che fanno piangere bambini e mamme. Parafrasando de André: si fermano queste nuvole di morte, una sirena, sempre in ritardo avvisa che arrivano e gli animali stanno zitti e gli uomini e le donne fuggono. C’è un pezzo di cielo terso, limpido, rosso fuoco, ma oggi ho paura che questo pezzo di cielo possa essere mangiato da quelle nuvole nere che scaricano bagagli di morte. E me ne sto zitto, troppo facile dare la colpa a qualcuno. Chissà magari qualche piccola responsabilità per quelle nuvole nere è anche nelle mie mani. La follia delle nuvole nere che corrono e fanno rumore ci ha coinvolto tutti.