Se il modo attuale di fare società legato al tema della sicurezza e della punizione non mi piace molto, per non dire per niente, è chiaro che dobbiamo e devo essere in grado di proporre qualcosa di nuovo. È anche evidente che questo qualcosa di nuovo non cambierà la storia perché in questo momento ci sta sovrastando, perché questa narrazione della sicurezza, della punizione e della forza è la narrazione dominante; questo non vuol dire che non possiamo pensare e agire modi nuovi per costruire una cultura diversa. Siccome sto leggendo alcune cose di Aldo Capitini continuo a citare il suo pensiero. Mi sembra che la prospettiva che lascia a tutti noi nei suoi scritti è proprio questo modo nuovo di pensare e di agire. interessante per esempio quando egli contrappone a questo modello di forza e di sicurezza un altro modello. Così scrive: La persuasione della nonviolenza si rifiuta di accettare come insuperabile l’ordine della Natura, nel quale la vita dell’uno risulti dalla morte dell’altro, e sconnette quest’ordine. imprimendo un moto verso un altro ordine, […] portando l’amore e il rispetto della vita il più possibile nel profondo della stessa Natura. Si tratta di superare quell’ordine della natura, che sta anche nel cuore dell’uomo, che è l’istinto della violenza e di entrare nel mondo dell’amore e del rispetto della vita. se voglio, se vogliamo questo è già un passo praticabile per me e per tutti. L’uomo porta con se l’istinto della violenza, ma conosce anche la possibilità di superare questo istinto. Solo l’uomo può costruire le condizioni per creare un nuovo umanesimo di pace. non cambieremo la storia, ma con amore e rispetto per la vita forse qualcosa possiamo iniziare a fare.