Mi spiace non essere riuscito ad inviare il pensiero, ma ieri un po’ mi sono perso un po’ non ho avuto un attimo di tempo. Recupero oggi con queste parole. Leggo dal salmo: il Signore è compassionevole e misericordioso lento all’ira e grande nell’amore. Ci ricavo almeno due brevi riflessioni. La prima, noi troppe volte abbiamo invertito queste due parole, misericordia e ira. Noi a volte siamo veloci nell’ira e lenti nella misericordia e nel perdono. Questa mi sembra una questione interessante. Non sto ad approfondire il versetto nel salmo, ma credo che posso dire con abbastanza sicurezza che a volte io sono più veloce nell’ira verso qualcuno, che nella misericordia verso lo stesso. Forse la questione dell’ira non è solo una questione di parola arrabbiate, ma di cuore che porta dentro rancore e che è veloce nel buttar fuori il rancore e di conseguenza di un cuore che porta dentro poca misericordia verso il rivale e che di conseguenza non sa donare misericordia al rivale. Con il rivale devo solo portare a casa la vittoria. Vedi le guerre: non posso trattare, devo solo vincere schiacciando l’altro. La seconda questione nasce da una domanda: perché il cuore è così veloce all’ira e poco carico di misericordia? Io mi sono dato questa risposta: perché alla fine di tutto non accetto la misericordia come dono, ma come “pretesa”. L’amore e la misericordia è dono puro ricevuto e ridonato. Un mio amico che stimo tantissimo mi dice sempre più o meno così: mi confessi? Perché devo confessarti? Perché Dio deve perdonarmi! Dio non deve, Dio dona la sua misericordia! E il rischio della pretesa della misericordia che se non è donata da Dio e dalla Chiesa ci fa arrabbiare. Ci vuole umiltà e semplicità per chiedere il perdono e la misericordia. Proprio perché è dono elargito da Dio non va preteso, non va sbandierato e non va nemmeno sentito come una vittoria. Finalmente la chiesa e Dio hanno capito, finalmente ho vinto la mia battaglia. Non credo che funzioni così. basta solo un umile invocazione: signore abbi pietà di me.