messia e capitale

di | 18 Agosto 2023

Un amico mi dice che la riflessione di ieri era un po’ contorta. Ma lo sa questo mio amico che l’attesa del messia, salvatore, colui che può sedere a tavola al posto lasciato libero, non è poi così lineare? La parola sacra usa un sacco di immagini per rappresentare il messia: re, giudice, sacerdote, bambino e servo che patisce per gli uomini. A volte il tempo dell’arrivo del messia si accorcia: la narrazione ci dice che il tempo è vicino, è pronto, sta per arrivare. In altri momenti la parola sacra allunga i tempi. È molto lontana la venuta del messia, gli eventi tragici della storia allontanano questa venuta. Insomma, questa modalità di pensare che è il messianismo, cioè l’avvento del messia è complessa, a volte contorta. Possiamo dire che l’attesa del salvatore -messia pervade la parola sacra, ma pervade tutta la storia degli uomini. chi di noi oggi non sogna un salvatore di pace vera, di umanità vera? Chiamiamolo messia, salvatore, uomo profetico, saggio, chiamiamolo come volete voi ma anche noi attendiamo un uomo così. Forse oggi sta succedendo una cosa strana. Se è vero che questa attesa di un messia saggio ha tenuto viva la speranza in ogni epoca della storia umana è anche vero che oggi sembra che la vita così individuale, che vuole tutto e subito e che non ha grandi orizzonti, ha come spento l’attesa della speranza, ha come smorzato il tempo dell’attesa. Viviamo del tempo presente e dimentichiamo l’arte dell’attea del frutto maturo. Tutto è da raccogliere quando mi serve e quando ne ho bisogno. Ci riempiamo di piccole attese perché abbiamo messo da parte la grande attesa della speranza. Esiste oggi un messianismo sbagliato. È quello del capitalismo che attende solo il profitto e la merce e ha ucciso l’umanesimo e la speranza. Il capitalismo ha racchiuso il Messia nella merce  e così lo ha cancellato, ha cancellato la sapienza del messia e ha dilatato la forza del profitto, del commercio. A volte ho come l’impressione che viviamo per questo. Non abbiamo grandi e altre prospettive. Quando si perde la grande prospettiva dell’umanesimo sapienziale si perde la vera attesa del messia.  Che cosa rimane a questo punto? Il messia di corte che certifica e riesce a far diventare narrazione  positiva le malefatte del potere. Volete un esempio? Questa profezia di corte dice che Mussolini ha fatto tante cose belle, forse ha sbagliato nel promulgare le leggi razziali, ma è stato costretto da altri.. narrazione di corte che uccide la speranza e che rinasce ogni volte che viene a mancare la sapienza dell’umanesimo.

4 pensieri su “messia e capitale

  1. Bobby

    Perché non usi il termine di profeta? Messianismo è profetismo sono ben diversi e oggi non desideriamo (ne possiamo attenderci) un nuovo messia, ma profeti. A meno che fai l’occhiolino all’ebraismo e trovi gusto a far confusione….

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  2. Renato

    … Da agnostico quale sono e con ragionamenti forse non adeguati alla cultura di un credente ma comunque rispettosi delle altrui “verità” penso che non si debba vivere nell’attesa di un messia (che poi si scopre che tale non è) ma bensì cercare di “tirar fuori” quella piccola parte di messia che c’è in ognuno di noi e metterla a disposizione della società e di chi più ne ha bisogno. In sintesi “partecipazione”…. e speriamo che i posti a tavola siano tutti occupati 😊. Grazie

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  3. Sabrina

    Tutti siamo in cerca di una via…seguiamo guide per confutare le nostre incertezze al bivio… come tanti tasselli di un puzzle infinito cerchiamo di costruire la verità…e tenendo la nostra croce o quella degli altri cerchiamo il senso vero della vita.
    Da peccatrice o peccatore quale sono, Io non aspetto un altro messia, un profeta incompleto, ma proprio Gesù, figlio di Dio… Che 2023, o giù di lì, anni fa ha ribaltato il mondo e partendo dai più umili: lavoratori della terra e del mare, donne coraggiose e amiche, un cugino pazzesco che era Giovanni, una famiglia che lo ha sostenuto e creduto da subito, ha predicato la nuova Parola che essenzialmente é solo Amore e stravolge tutto ciò che c’era prima. Io voglio Gesù, essenza della Chiesa, tutto il resto lo lascio a chi si accontenta.

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  4. Sabrina

    ….cmq Don i tuoi pensieri non saranno subito comprensibili a tutti, a volte bisogna rileggerli per capirne il senso profondo…ma per chi come me si intestardisce e li rilegge, qnd non c’è il caos del giorno che annebbia gli occhi e scuote le orecchie, si capisce benissimo il senso e dove vogliono portare.
    La tua non é mai una certezza e un modo di riflessione, e ogni risposta arriva diversa da diversi cuori, vissuti e sensibilità. Vero che a volte scuote parecchio…ma siamo sempre umani con opinioni e certezze diverse. D’altra parte é come l’interpretazione delle parabole…non ce n’è una sola.
    Si vede il lavoro e la cura che metti per rendere la Parola comprensibile a tutti e non é sempre facile in poche righe.
    Grazie….anche quando dissentiamo…

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