Esodo 14,5-14
5 Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che abbiamo fatto, lasciando partire Israele, così che più non ci serva!». 6 Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. 7 Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. 8 Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re di Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. 9 Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare: tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito si trovarono presso Pi-Achirot, davanti a Baal-Zefon. 10 Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. 11 Poi dissero a Mosè: «Forse perché non c’erano sepolcri in Egitto ci hai portati a morire nel deserto? Che hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? 12 Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto?». 13 Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! 14 Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli».
Commento
sia il faraone che il popolo ebreo, in due modi diversi, denunciano un errore, quasi una colpa. per il faraone l’errore è di aver lasciato andare via gli ebrei, per il popolo quello della lamentazione per il fatto di trovarsi a vagare nel deserto, per morire nel deserto. in due modi diversi non si riconosce la verità di quanto sta succedendo: l’intervento di Dio in questo fatto! tra l’altro quello della mormorazione contro Mosè e contro Dio è un tema frequente tra il popolo Israelità. ma credo anche tra noi uomini e donne del 2015. la mormorazione è fatta di due elementi: dichiarare che le cose non vanno bene mugugnando senza mai chiarire che cosa non funziona. il secondo elemento è la nostalgia del passato: prima sicuramente si stava meglio. chi persiste nella mormorazione non può avere uno sguardo buono sul futuro e nemmeno può riconoscere la mano di Dio che accompagna la storia degli uomini. vincere la mormorazione vuol dire aprirsi alla speranza. in riva al mare, assediati dagli egiziani che hanno un esercito potente, super corazzato (cavalli e cavalieri) questo popolo senza niente, prova paura e mormora e in quel mormorare vi è una tentazione: ritorniamo in Egitto. e di conseguenza addio sogni di libertà. Mosè ha una sola parola: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; la parola più inerme e più potente di tutte!!!
preghiamo
preghiamo perchè impariamo l’arte del grazie, della gratitudine, contro ogni mormorazione.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
In questo brano incontriamo due “pentimenti”: quello di faraone che si accorge di quanto fossero utili gli ebrei: chi farà il lavoro di schiavo per noi? E il pentimento degli stessi ebrei: perché ci hai portato a morire qui nel deserto. Almeno là avevamo da mangiare…Meglio essere schiavi che incamminarsi vero la difficile libertà. E’ realtà di tutti i tempi: davanti alla fatica, davanti al nuovo ci si aggrappa al passato, a ciò che si conosce, a ciò che dà sicurezza. Quante volte si rinuncia ai sogni per paura dell’impegno. E si vive da ripetitivi, stanchi, schiavi, ma apparentemente tranquilli.
Preghiamo perché, nonostante li sfiancamento prodotto dal caldo di questi giorni, non ci stanchiamo di camminare verso la nostra liberazione e aiutiamo i fratelli a non avere paura, a credere alla promessa di Dio.
“Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare”. Gli Egiziani, il male che ci rende schiavi, mica ci molla così facilmente! Proprio quando sembra che ci sia un momento di tregua, di riposo, proprio quando tutto sembra andare bene e ci fermiamo accampati nelle nostre sicurezze, eccolo arrivare…ci insegue e ci raggiunge e ci sta con la spada nei fianchi! Questo è vero, ma c’è anche un’altra verità: ” gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più!” Se siamo forti, forti nel Signore Gesù che tutto opera per noi, il male c’è e ci sarà ma io non gli presto orecchio ne occhio ne braccio, perché di combattere non è affar mio: “il Signore combatterà per voi e voi starete tranquilli”! Signore fa che io mi preoccupi di seguire te, di stare con te e con te con i miei fratelli nel bene della tua volontà!
Buona serata! Qui al Frassino la calura non è così insopportabile, vi penso sperando che possa arrivare anche da voi un po del nostro fresco 😎 oppure…venite a trovarci! 😉
La potenza e l’aggressività degli uomini contro la fragilità di un popolo disposto a tornare in schiavitù. Sembra che solo Mosè sia consapevole della presenza e della grandezza di questo Dio che non convince fino in fondo il popolo israelita. Dacci Signore il dono di una fede solida e lascia che ci abbandoniamo a la tua onnipresente potenza di grazia e di amore.
Mi scuso se arrivo un poco in ritardo ma ho 9 ore di ritardo e faccio una certa fatica a stare nei tempi. Un sorriso. Elena