At 14,1-7 1 Anche a Icònio essi entrarono nella sinagoga dei Giudei e parlarono in modo tale che un grande numero di Giudei e di Greci divennero credenti. 2 Ma i Giudei, che non avevano accolto la fede, eccitarono e inasprirono gli animi dei pagani contro i fratelli. 3 Essi tuttavia rimasero per un certo tempo e parlavano con franchezza in virtù del Signore, che rendeva testimonianza alla parola della sua grazia e concedeva che per mano loro si operassero segni e prodigi. 4 La popolazione della città si divise, schierandosi alcuni dalla parte dei Giudei, altri dalla parte degli apostoli. 5 Ma quando ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredirli e lapidarli, 6 essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, 7 e là andavano evangelizzando.
Commento
Abbiamo visto che Paolo e Barnaba iniziano ad annunciare il vangelo ai pagani. Il brano di oggi ci dice però che la grande decisione di annunciare il Vangelo ai pagani non escludeva i giudei! Né dobbiamo pensare che questo “annuncio” alle genti, non comprendesse il valore irrinunciabile di annunciare Gesù con tutto il patrimonio della profezia e della preparazione compiuta da Dio nel popolo della Prima Alleanza. Piuttosto, questa evangelizzazione di “Giudei e Greci”, ci conferma che l’elezione divina di un piccolo popolo di pastori non escludeva la possibilità di accesso di altri al dono di Dio, perché la fede ebraico cristiana è veramente “universale” nel senso che tocca e chiama il dramma e la speranza che ogni uomo e donna della terra porta in sé! L’accesso alla fede è per tutti gli uomini di buona volontà. Questi “Giudei che non avevano accolto la fede” ben rappresentano la “difficoltà” che può nascere in chi non riesce a sopportare l’esigenza interna alla Parola di Dio di potere e dovere sempre offrire orizzonti nuovi, diciamo “cose antiche e cose nuove”. Difficile per chi è ancorato alle sue convinzioni accedere al nuovo, aprirsi ad altro. Così se la fede è per tutti, non tutti sono capaci di aprirsi alla novità del vangelo. Ma la precarietà, come in questi giorni stiamo vedendo, sembra essere l’orizzonte “normale” in cui si compie l’evento evangelico, che non solo non ha bisogno di condizioni particolari, ma addirittura, come ascoltiamo anche oggi, trae dalle difficoltà della storia occasione di dilatarsi e comunicarsi a sempre nuovi orizzonti.
Preghiamo
Preghiamo per la pace nel mondo
Il cammino della nostra fede sempre ci offre orizzonti nuovi ,senza dimenticare di custodire le esperienze antiche farne tesoro …importante in questo cammino riconoscere che siam tutti figli dello stesso Padre ,se qualcuno è povero dipende anche da noi; prego di cuore per la pace nel mondo .
Vi accompagno nella preghiera per la pace. Anche nel processo di pace e di pacificazione, facciamo i conti con il vecchio e il nuovo. Che i nostri cuori e le nostre menti non perdano mai di vista qual è il bene dell’umanità, di tutti noi.