Mercoledì 24 gennaio ’18 – da libro del profeta Geremia
4 Mi fu rivolta la parola del Signore: 5 “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni” 6 Risposi: “Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane” 7 Ma il Signore mi disse: “Non dire: Sono giovane, ma va’ da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò. 8 Non temerli, perché io sono con te per proteggerti” Oracolo del Signore. 9 Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi disse: “Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca. 10 Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare”
Commento
Questo è il testo della chiamata, della vocazione di Geremia. Se vogliamo ogni uomo porta con sé la sua chiamata la sua vocazione alla vita. Geremia è la matrice di cosa vuol dire riconoscere questa vocazione nel proprio intimo, ma soprattutto è matrice del tormento interiore che questa vocazione porta con sé. Sono giovane, non so parlare. Geremia sa che la strada del profeta è la sua strada e di conseguenza si rende disponibile al Signore. Ma Geremia conosce anche tutte le paure, le fragilità di questa sua chiamata, di questa sua missione e da qui le sue resistenze. Ma questa è anche l’unica strada possibile e praticabile per Geremia. Quando eri ancora nel grembo materno, dice il testo biblico: questa è la strada segnata per Geremia. Le parole che Dio usa per parlare a Geremia sono impressionanti: costituito sopra i popoli, per sradicare e demolire, distruggere e abbattere, edificare e piantare. Credo che non esista modo più efficace, più duro e insieme più vero per descrivere la vocazione di un uomo. È chiaro che un compito simile è più grande delle possibilità umane, ed è chiaro che Geremia dichiara tutta la sua fragilità di fronte ad un simile compito. È chiaro che Geremia doveva essere parola che sradica e demolisce, edifica e pianta di fronte ai re, ai sacerdoti, al popolo. Lui solo contro un muro che lo deride. Ma la sua bocca è benedetta, la parola profetica è segnata dalla presenza di Dio, Geremia non è solo nella sua missione. Geremia vede la città distrutta, la gente deportata e prova un grande dolore, ma rimarrà profeta di una annuncio di speranza: un piccolo resto tornerà da Babilonia e ricostruirà la città di Gerusalemme.
Preghiamo
Preghiamo per Giovanni
il Signore ci accompagni alla chiamata ,al disegno pensato per ciascuno Ogni la consapevolezza di sapersi amati rinfranchi il cammino Prego con voi per Giovsnnì
Prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo. Che bello Signore, tu ci ami e ci stai accanto prima ancora di ogni nostra paura. Rendi sicuro il nostro passo e benedici la nostra bocca. Prego per Giovanni e per i giovani pieni di incertezze di fronte alla loro vocazione,
È misteriosa ogni chiamata, ogni vocazione, ogni scelta. Ma quella di chi ha ” compiti speciali” lo è di più. Geremia chiamato alla profezia, ha un compito ben complesso! Trovo interessante e tanto umana la prima risposta: sono giovane e non so parlare. Mio Signore cosa mi stai chiedendo? Quante volte ciascuno di noi lo ha chiesto a Dio? C’è il timore di qualcosa di tanto più grande di ciò di cui siamo capaci e consapevoli. Ma la fiducia nel Signore ci dà la forza ed il coraggio per affrontare la vita e le sue prove, nella misura e nei modi in cui ciascuno viene chiamato. Possa, il cammino con Geremia, illuminare e rafforzare ogni nostro cammino.
Preghiamo per Giovanni.
Non temerli, perché io sono con te per proteggerti
Grandi responsabilità, ma anche una certezza: io sono JHWH, il Dio con te. Non temere.
Questa sicurezza ci accompagni nella nostra quotidianità.
Buona giornata a tutti!
Annuncia quello che ti dirò…Signore rendici docili di intelletto e volontà per dire le TUE parole.