Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Commento
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia. E poi quel nome Giovanni che Significa Dio è grazia e misericordia. L’inizio del nuovo testamento è un inno alla misericordia di Dio che ha graziato Elisabetta. Essa è entrata nel grande piano della provvidenza di Dio. Ma Elisabetta non soltanto è entrata nella grazia di Dio, ma riconosce la presenza di Dio come la fonte della misericordia. Questo figlio della promessa fatta a Zaccaria, cambia la vita di questa coppia già avanti negli anni e la trasforma in discepoli della misericordia e della grazia, tanto che, interrogati sul nome del figlio, Elisabetta prima e Zaccaria rispondono come l’angelo aveva suggerito: “JHWH fa grazia/misericordia”. E quando Zaccaria scrive il nome del figlio su una tavoletta gli si aprì la bocca e lodò Dio. La misericordia fa cantare e fa sciogliere la lingua! Zaccaria e Elisabetta diventano testimoni della Bontà di Dio! E questo genera in tutti una grande meraviglia! Ma Dio nel Suo Amore è l’Eterna novità e stupore! Cantiamo la misericordia di Dio che ci accompagna ogni giorno con la sua grazia e la sua provvidenza.
Preghiamo
Preghiamo per tutti coloro che passeranno il natale nel dolore.
” Che sarà mai di questo bambino?” Una domanda che ogni genitore si pone guardando in volto il proprio figlio. In questa domanda ci sono speranze, attese timori….Io stessa, guardando le bambine e adolescenti che ho in casa mi chiedo spesso. che sarà di Pamelize, di Vanessa, di Chiaiane, di Ana Carolina. di Jennifer…? Ognuna una storia con radici fragili e con futuri incerti….Le affido a Dio così come prego per tutti i bimbi che nascono in questo tempo, affinché il loro futuro sia la fioritura di una vocazione bella alla vita.
Pagine e racconti di misericordia in questo tempo oscuro e fragile, per riaccendere speranze addormentate e ridare luce al cammino. Parole di lode da bocche cucite e cuori induriti dal dubbio. Il natale di Giovanni è un natale di stupore. Il natale d Gesù è un Natale di rinnovamento, nella sobrietà di una vita essenziale, capace di amore e tenerezza senza precedenti. Noi abbiamo avuto natali diversi,storie diverse, ma ricongiunte in Te, Gesù, Dio della vita e della misericordia. Che possiamo sempre mantenere la speranza per i natali, dei nostri bambini, dei nostri nipoti, affinché ognuno.possa ricongiungersi in Te, attraverso le strade che avrai scelto per ciascuno.
Prego per tutti i bambini che nascono e ricordo al Signore i più disperati e poveri.
Elena
Le parole che mi risuonano dentro ,oggi sono :grazia e misericordia ,provvidenza,stupore,testimonianza di gioia…”DIO OPERA IN NOI NONOSTANTE NOI”. Genera e dà alla luce ,nelle nostre povere esistenze..speranza,fiducia ,gesti di bene, parole o silenzi …vicende sofferte ,che si trasformano in vigore…e con un Dio ;che si fa uomo così vicino a noi come non gioire?Raccolgo e faccio mie ,le intenzioni dette o che portiamo in cuore ,assicuro una preghiera.