Dopo l’alba e l’aurora riprende il ritmo della mattina, come ogni giorno. chi passa dalle nostre parti si accorge subito di cosa è la mattina. Gli incontri, i lavori, un po’ di ascolto alle persone e tanta fantasia nell’inventare cose e lavori. Programmiamo anche bene, ma poi l’imprevisto c’è sempre. La mattina a volte è il cercare di sopravvivere, è l’elenco delle telefonate, è l’elenco delle cose scritte su un foglio, che cancello una ad una e se riesco per il pranzo le ho cancellate quasi tutte. Le mattine volano via tra il chiaro scuro delle cose indefinite che non sempre riesco a capire e a gestire. Meno male che mi vengono in soccorso tutti e quindi alla fine ce la caviamo. Cerco di passare del tempo nell’orto per avere un po’ di tranquillità. In questi giorni non c’è orto che tenga, troppa pioggia, troppo fango e quindi non ho altro da fare che agitarmi. La mattina è come un cercare pace che arriverà, forse al termine del volare del tempo e delle ore. Questa pioggia la mattina non mi aiuta, sento i miei vuoti, le mie fragilità, sento che non sono adatto per questa impresa. I viandanti nel loro cammino vanno in cerca di ospitalità. La mattina mi appare come un camminare senza una casa ospitale. I viandanti cercano nel loro cammino un luogo che alla fine della strada offra una chiarezza di idee. Non so voi, ma a me la mattina non da quasi mai la chiarezza delle idee, anzi a volte me le confonde tutte. Forse devo resistere fino a mezzogiorno e lasciar fare alla provvidenza degli amici. Forse la mattina è quella condizione di vita e di lavoro che mi fa sentire nomade in cammino verso una luce. Non rinuncio mai a camminare, a fare, a capire durante tutta la mia mattina. Forse a volte cerco dimensioni insondabili: un lavoro fatto bene, un progetto da realizzare, un incontro che da una svolta, l’attesa di un tempo vissuto in pienezza. Ma la mattina per me non conosce il tempo del fermarsi e quindi la mattina non può riempire l’attesa di un tempo vissuto in pienezza. La mattina è una lunga corsa che sfianca; troverò la dimensione della pienezza, o almeno di parte di essa quando sentirò suonare la campana di mezzogiorno che mi dice: nomade che vai di corsa, fermati un attimo e ricordati di quel Dio Padre di misericordia che ti ha accompagnato in questa lunga volata mattutina e ringrazia per chi ti ha aiutato a camminare nella tua mattina. La campana di mezzogiorno finisce di suonare, la mattina finisce ora inizia un altro tempo.
Una vita in una giornata. Grazie