Giobbe 31,24-40b
24Se ho riposto la mia speranza nell’oro
e all’oro fino ho detto: «Tu sei la mia fiducia»,
25se ho goduto perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano,
26se, vedendo il sole risplendere
e la luna avanzare smagliante,
27si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
28anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare,
perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto.
29Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico?
Ho esultato perché lo colpiva la sventura?
30Ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurandogli la morte con imprecazioni?
31La gente della mia tenda esclamava:
»A chi non ha dato le sue carni per saziarsi?».
32All’aperto non passava la notte il forestiero
e al viandante aprivo le mie porte.
33Non ho nascosto come uomo la mia colpa,
tenendo celato nel mio petto il mio delitto,
34come se temessi molto la folla
e il disprezzo delle famiglie mi spaventasse,
tanto da starmene zitto, senza uscire di casa.
38Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono a una sola voce,
39se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare i suoi coltivatori,
40ain luogo di frumento mi crescano spini
ed erbaccia al posto dell’orzo.
35Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L’Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
36vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
37Gli renderò conto di tutti i miei passi,
mi presenterei a lui come un principe».
40bSono finite le parole di Giobbe.
Commento
Quali sono le cose che Giobbe dichiara di non aver commesso e di conseguenza di poter stare davanti a Dio con la verità della sua vita? abbiamo ben capito che Giobbe è disposto a riconoscere i suoi errori se Dio vorrà in qualche modo uscire dal silenzio e spiegarsi. Ma intanto ecco il lungo elenco delle cose che Giobbe pensa di non aver fatto. Egli non è mai stato uomo volgare, né mentitore o invidioso, non ha mai commesso adulterio, non fu mai ingiusto con i suoi servi, ha sempre diviso con i poveri i suoi beni e li ha sempre difesi nelle cause processuali. Mai egli si è appoggiato alla ricchezza come ad unica forza, cedendo così alla tentazione dell’idolatria. Mai ha voluto umiliare il suo nemico in disgrazia, né mai ha violato la sacra legge dell’ospitalità. Mai ha sfruttato i suoi operai, né si è comportato ipocritamente. La conclusione, in cui Giobbe mette il sigillo della firma al documento ufficiale del giuramento, è una sfida alla controparte, Dio, perché intervenga facendo la sua deposizione. Con passo fermo, tenendo in mano il documento della sua innocenza, Giobbe è ritto in quest’ideale tribunale ed attende l’avversario e giudice che egli ha citato in causa. L’attesa non sarà delusa.
Preghiamo
Preghiamo per Massimo
Se confronto solo un poco la mia vita con quella di Giobbe, dico a me stessa quanto sono fragile e peccatrice. La sua rettitudine è magnifica. E portando al Signore tutte le mie inadempienze, i miei tradimenti, i miei fallimenti, se credessi nel culto della retribuzione, penso che Dio mi avrebbe ben schiacciata… Ma credo in un Dio che si fa prossimo delle nostre fatiche e che non ci abbandona mai, neanche quando attraversiamo le prove più dure. La vita accade, come dice qualcuno, ma Dio non ci abbandona. È possibile che ne soffiamo il silenzio, che pure ci fa stare anche peggio, ma Dio è presente e ci tiene silenziosamente ed invisibilmente per mano. Credo nella Sua pietà, nella Sua misericordia, nel Suo perdono, nella sua tolleranza e comprensione. Credo nel Suo amore che tutto rende possibile…
Per Massimo, e per tutti noi, in questo tempo di confusione, una preghiera…
Vorrei tanto assomigliare a Giobbe nel suo parlare con Dio e nella sua consapevolezza sofferta.. Mi ritrovo nel suo sentirsi peccatore e fragile… Siam certi che Dio ci ritrova sempre nella Sua misericordia. Mi unisco alla preghiera per Massimo.