martedì 7 novembre

di | 6 Novembre 2023

Matteo 26, 69-75

Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: “Anche tu eri con Gesù, il Galileo!”. 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: “Non capisco che cosa dici”. 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: “Costui era con Gesù, il Nazareno”. 72Ma egli negò di nuovo, giurando: “Non conosco quell’uomo!”. Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: “È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!”. 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo!”. E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: “Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”. E, uscito fuori, pianse amaramente.

Commento

Non è un processo a Pietro perché non c’è nessun motivo per condannarlo, ma sicuramente è un interrogatorio insistente dove si vuole capire se anche lui fa parte di quel gruppo che segue Gesù. Mentre Gesù tace durante il processo, Pietro parla. Mentre Gesù non si adira e resta il non violento durante il suo processo, Pietro si adira, spergiura, impreca e nega per tre volte di conoscere Gesù. Pietro è il responsabile di tutto il gruppo dei discepoli, lui che è la roccia su cui si fonda la comunità. Questo mi porta a dire con sempre più certezza che non è la nostra forza che ci permette di ottenere grandi cose, non siamo noi con le nostre capacità che possiamo guidare la chiesa. È invece il pianto di Pietro che salva e che lo riconduce pienamente alla sua umanità di uomo che rinnega e che sa riconoscere il rinnegamento. È il ricordo della parola di Gesù che lo salva e perdona, che permette a Pietro di riprendere il cammino. Diciamo ancora una volta che non sono le opere che ci salvano, ma la misericordia e la grazia di Dio. Intanto Gesù inizia il suo processo davanti a Pilato.

Preghiamo

Preghiamo per chi non ha lavoro

3 pensieri su “martedì 7 novembre

  1. sr Alida

    Capisco la debolezza di Pietro… Per paura rinnega, quando o se riconosco di essere con il Signore non ci devrebbe essere la paura, anche lo stesso Gesù ha avuto paura… Mi faccio la domanda: fai parte di Gesù, anche con le tue debolezze? La salvezza, la misericordia del Signore è un dono grande per tutta l’umanità, prego per chi non si ricorda del Battesimo ricevuto, o non ne dà valore. Mi unisco alla preghiera per chi non ha lavoro.

    Rispondi
  2. Elena

    Pietro è un uomo, un uomo comune, un uomo semplice, un uomo che ha paura, un uomo che tradisce, un uomo che piange la sua fragilità. Siamo tutti Pietro, penso molte volte! Non siamo Gesù, nonostante il Suo esempio sia fulgido, chiaro, evidente. Ancora una volta, abbi pietà delle nostre pochezze Signore, raccoglici nel nostro pianto e salvaci grazie alla Tua misericordia che sa cogliere il significato di ogni lacrima e il pentimento di ogni cuore.
    Preghiamo per chi non ha lavoro e per Mounir.

    Rispondi
  3. Sabrina

    La misericordia di Gesù, quanto é lontana dalla nostra…quando veniamo rinnegati o traditi é difficile il perdono, ma Gesù é tanto duro quanto misericordioso, un fratello da avere accanto nella solitudine a cui a volte ci condanna l’umanità. Grazie Gesù che stai al nostro fianco nelle difficoltà e ci indichi la via giusta, difficile complessa a volte impossibile…ma da provare a seguire con determinazione.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.