martedì 29 aprile

di | 28 Aprile 2025

1 Cor. 1,10-17

10 Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire. 11 Infatti, fratelli miei, mi è stato riferito da quelli di casa di Cloe che tra di voi ci sono contese. 12 Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di Cefa»; «io, di Cristo». 13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? 14 Ringrazio Dio che non ho battezzato nessuno di voi, salvo Crispo e Gaio; 15 perciò nessuno può dire che foste battezzati nel mio nome. 16 Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; del resto non so se ho battezzato qualcun altro. 17 Infatti Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a evangelizzare; non con sapienza di parola, perché la croce di Cristo non sia resa vana.

Commento

Dopo l’introduzione con i vari saluti, Paolo entra subito in merito alla questione delle divisioni che ci sono dentro la comunità. Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti. Paolo affronta il problema con decisione e chiarezza, spinto dalla gravità della situazione. Le informazioni ricevute gli fanno mettere questo aspetto della vita della comunità al primo posto: c’è il rischio di frantumazione della Chiesa e di perdita della fede da parte dei più deboli. Lo stesso annuncio del Vangelo può essere vanificato, sia tra i credenti che verso i lontani. Questo rischio è anche dentro le nostre chiese. La frantumazione, la disunità, l’essere come schierati o con uno o con l’altro. non si tratta di tante comunità distinte, ma di piccoli gruppi, fazioni dentro l’unica comunità. Sono fazioni che interpretano in maniera diversa lo stesso vangelo. Paolo pone come parola di unità la croce di Cristo; non esiste una sapienza di parola, ma una sapienza di dono che è appunto espressa nella croce di Cristo. La croce che diventa motivo di scandalo e di disprezzo, in realtà è il cuore della fede di chi cerca l’unità delle diversità

Preghiamo

Preghiamo per le nostre comunità cristiane

2 pensieri su “martedì 29 aprile

  1. sr Alida

    È difficile avere lo stesso pensiero, un modo unico di parlare, anche se questa è anche una necessità, anche nelle comunità dal numero come quello degli apostoli. Paolo pone come parola di unità la croce di Cristo; non esiste una sapienza di parola, ma una sapienza di dono che è appunto espressa nella croce di Cristo. La croce che diventa motivo di scandalo e di disprezzo, in realtà è il cuore della fede di chi cerca l’unità delle diversità. Alimentare i nostri pensieri, il nostro vivere attorno a questa necessità. Essere tutti figli e fratelli, avere gli stessi sentimenti di Gesù. Che sulla croce crea questa unità. Preghiamo per le nostre comunità cristiane

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  2. Betty

    Mi piace la frase “Cristo non mi ha mandato a battezzare ma ad evangelizzare” . Gesù non cercava nuovi “adepti”, cercava di cambiare i “cuori”. Forse nel corso dei secoli abbiamo perso di vista questo. Così come oggi ci preoccupiamo per i numeri. “Siamo sempre meno”, magari basandoci solo sul fatto che le Chiese sono vuote.
    In questi giorni ho sentito da più parti, che Papa Francesco era “troppo” umano, perché cercava di raggiungere tutti (come se cercasse consenso, mentrebinvece avrebbe dovuto preoccuparsi di altro). Gesù credo proprio che cercasse di fare questo: renderci umani. Non tutti uguali, tutti umani.

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