15 Quando un uomo seduce una vergine non ancora fidanzata e pecca con lei, ne pagherà la dote nuziale ed essa diverrà sua moglie. 16 Se il padre di lei si rifiuta di dargliela, egli dovrà versare una somma di denaro pari alla dote nuziale delle vergini. 17 Non lascerai vivere colei che pratica la magìa. 18 Chiunque si abbrutisce con una bestia sia messo a morte. 19 Colui che offre un sacrificio agli dèi, oltre al solo Signore, sarà votato allo sterminio. 20 Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto. 21 Non maltratterai la vedova o l’orfano. 22 Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, 23 la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. 24 Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. 25 Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, 26 perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso. 27 Non bestemmierai Dio e non maledirai il principe del tuo popolo. 28 Non ritarderai l’offerta di ciò che riempie il tuo granaio e di ciò che stilla dal tuo frantoio. Il primogenito dei tuoi figli lo darai a me. 29 Così farai per il tuo bue e per il tuo bestiame minuto: sette giorni resterà con sua madre, l’ottavo giorno me lo darai. 30 Voi sarete per me uomini santi: non mangerete la carne di una bestia sbranata nella campagna, la getterete ai cani.
Commento
Per commentare questi testi, che sono ancora minuziose regole, parto dall’ultimo versetto. “Voi sarete per me uomini santi” . questo concetto è fondamentale per comprendere al meglio il significato della legge. Il motivo da cui scaturisce ogni regola è la santità di Dio e la santità dell’uomo. Il nuovo testamento dice “Siate perfetti come è perfetto il padre vostro”. Questa santità non è immediatamente la perfezione della vita, per altro irraggiungibile per ogni uomo. La santità è l’imitazione di Dio e della sua giustizia. La santità del nuovo testamento è l’amore per Dio al di sopra di ogni cosa e l’amore per il prossimo come se stessi. Ecco perché le regole del testo di oggi riguardano in modo particolare la relazione con l’altro/a, con i deboli, vedove e orfani, e con tutta una serie di elementi che dicono sempre una relazione buona con l’altro. Lo sfondo da cui nascono questi versetti sulla relazione buona con l’altro sono sicuramente le immagini che utilizzano i profeti per descrivere l’amore che Dio ha per il suo popolo. Si tratta di immagini legate all’esperienza dell’amore, del matrimonio, della fedeltà e della bellezza di questa esperienza umana e divina insieme che è l’amore. Se Dio ha amato di un amore unico il suo popolo e se ne è preso cura, fino a consegnare il proprio figlio Gesù, l’uomo impara ad amare e a prendersi cura del prossimo a imitazione di Dio. non può esistere altro Dio che ama così l’uomo, non può esistere magia che salva l’uomo, ecco perché qui si parla di magia e di idolatria, come mali da cui stare lontano. La relazione con Dio e con l’uomo deve essere casta, limpida. Recuperare oggi queste immagini non significa fare della buona poesia, del buon romanticismo, ma rendersi sempre più conto che l’uomo deve costruire relazioni limpide, chiare, caste con tutta la creazione. Relazioni che permettono all’uomo di amare veramente l’altro.
Preghiamo
Preghiamo perché abbiamo il coraggio di cercare la santità della vita
dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Da un po’ di giorni si riflette sulla giustizia e sulle prescrizioni divine.
Queste, se non erro, erano le prime regole scritte dettate al popolo perché fosse più “giusto” e venisse praticata, verso tutti, la “giustizia”.
Che significa “giustizia”? e, di conseguenza, chi è il “giusto”?
Per curiosità ho ricercato queste parole nel vocabolario Treccani: mi son perso tra le varie definizioni.
E’ Evidente che la “giustizia” attraversa tutto il vivere dell’uomo.
Alla fine, per quanto mi riguarda, la giustizia è legata indissolubilmente al bene. Il giusto compie solo il bene, e solo il bene è la misura della giustizia.
Solo il Signore compie veramente la giustizia e solo il Signore ci offre il bene assoluto.
Parlando di giustizia umana, il passo è breve: come rendere giustizia per il male subito?
Cercando il bene, per la vittima, e per chi ha commesso il male.
Che la vittima non si senta abbandonata, dagli uomini e dalle istituzioni. Abbandonata a sentimenti contrastanti di vendetta o di perdono (mediatico). Che possa percepire la possibilità di ricevere una riparazione.
Che la persona che ha commesso il male non si senta abbandonata, dagli uomini e dalle istituzioni. Che possa affrontare percorsi di verità, consapevolezza, riparazione.
Qualche giorno fa avete parlato anche di mediazione: Mosè, primo mediatore tra Dio e il popolo d’Israele; Gesù Cristo, mediatore tra Dio e l’umanità.
Ecco, allora, due nuove parole di giustizia: riparazione e mediazione.
Anna
Le parole della legge d’Israele parlano di chi si abbruttisce come una belva e ciò mi fa ricordare le brutalità commesse in questo periodo storico dalla shoa in poi Dio vuole giustizia e nel vangelo parla di giudizio finale.Dio e quindi misericordia ma anche giiustizia e ciò ci rincuora davanti a tante vittime della violenza umana.
Preghiamo per tutte le vittime dell”ingiustizia umana perché l’uomo operi con giustizia e misericordia verso coloro che si sono abbruttiti come bestie nel commettere certi terribili misfatti.
Leggo e commento con voi le parole chiave di queste pagine. Giustizia. Riparazione. Santità. Abbruttimento. … e ce n’è di che riflettere. … Santità e giustizia vanno di pari passo , a mio avviso. Un essere umano amorevole , rispettoso delle divine leggi che poi sono anche regole di un buon vivere, vive la giustizia perché non vive per sé stesso ma in funzione di una comunità. E cerca bellezza , non si abbrutisce ma risplende drl divino che è in lui. Ama , offre condivide, partecipa ed è in cammino alla ricerca di una vita equa e giusta per sé e per l’altro. È sulla via della santità? Credo di sì. Dio chiama ciascuno su questa strada. Non sarò mai perfetta e la perfezione non mi appartiene, però bellezza e amore riempiono le mie giornate anche faticose. Cerco di riparare al male compiuto o alla disattenzione del mio essere imperfetta e prego perché ogni uomo e ogni donna possa sperimentare e vivere concretamente una qualche forma di santità. Le magie stanno nello scoprire con rinnovato stupore quanto amore scorre in questa nostra vita impregnata di Dio e del suo chiamarci “figli” con tenerezza , comprensione , compassione e perdono.
Buona serata a tutti. Un sorriso . Elena