qoelet 5,8- 17
[9]Chi ama il denaro, mai si sazia di denaro e chi ama la ricchezza, non ne trae profitto. Anche questo è vanità. [10]Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual vantaggio ne riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi? [11]Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire. [12]Un altro brutto malanno ho visto sotto il sole: ricchezze custodite dal padrone a proprio danno. [13]Se ne vanno in fumo queste ricchezze per un cattivo affare e il figlio che gli è nato non ha nulla nelle mani. [14]Come è uscito nudo dal grembo di sua madre, così se ne andrà di nuovo come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portar con sé. [15]Anche questo è un brutto malanno: che se ne vada proprio come è venuto. Qual vantaggio ricava dall’aver gettato le sue fatiche al vento? [16]Inoltre avrà passato tutti i suoi giorni nell’oscurità e nel pianto fra molti guai, malanni e crucci. [17]Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei beni in ogni fatica durata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dà: è questa la sua sorte.
Commento
Quello del rapporto con la ricchezza è un tema molto sensibile per ogni persona e per ogni società, perchè sembra la condizione indispensabile per raggiungere la felicità. Per molti arricchire è lo scopo fondamentale della vita. Anche i poveri spesso invidiano i ricchi e sognano di diventarlo. Qoèlet, che conosceva bene questa mentalità perché era quella del suo ambiente, fa una dura critica all’idea che il denaro porti la felicità e sia un segno della benedizione divina. Qoèlet contrappone all’avaro, allo sprecone, all’avido di soldi, a chi lavora per accumulare capitale e ricchezza la scena dolce e serena della persona che ha imparato a godere dei piccoli piaceri della vita, con sobrietà e moderazione, in uno stile gioioso e grato a Dio per i doni ricevuti, senza sprechi e lussi. Questo stile di vita sobrio vale per chi ha molto e per chi ha poco, ognuno godendo di ciò che ha e trovando nelle gioie quotidiane del vivere famigliare, lavorativo e sociale la forza per sopportare le difficoltà, le sofferenze, i fallimenti della vita e per non pensare troppo alla morte che si avvicina.
Preghiamo
Preghiamo per la nonna di Mario che ci ha lasciato.
Prendere la propria vita in mano ,con gratitudine ,sobrietà ,godere dei doni ricevuti di ciò che si ha ,gioie quotidiane del lavoro e del vivere familiare….guardare la vita come la vede Dio chiedendo rinnovata speranza e forza…questo non è vanità !……Pregando per la nonna di Marco,prego anche per il fratello di sr Tommasina ,Pietro che ci ha lasciato e per chi più è in difficoltà in questo tempo .
La sapienza un poco originale di Qoelet è anche molto realistica. I parassiti aumentano attorno a chi ha denaro e fin che ne ha…Poi tutto va in fumo, appunto nella vanità.
Il sonno del lavoratore è dolce, proprio perché nel lavoro responsabile e umile l’uomo costruisce se stesso secondo il disegno di Dio. Chi pensa di realizzarsi solo nella frivolezza, nella ricchezza e nel piacere non ha una prospettiva molto lunga nella vita.
Preghiamo per tutti coloro che sudano per realizzare la propria vita.
È davvero bella l’immagine del dolce riposo dell’uomo semplice e sobrio, che grato e felice conclude la giornata e la vita con gioia con ciò che realizzato di bello e di buono ogni santo giorno! Ho incontrato diverse persone così, parche nei consumi e nei costumi, semplici e serene, illuminate e sagge, felici nel loro quotidiano, lavorato con fatica, ma sempre con lo sguardo verso il cielo, verso l’alto e verso l’altro. Semplice ricetta per una vita piena ed un riposo sereno… Preghiamo per custodire anche noi questa ricetta, per gustare ogni momento come un dono, nel poco e nel tanto. Preghiamo per le persone care che sono tornate al Padre e per le loro famiglie nel lutto.