12 La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 13 Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. 14 Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Commento
La mia è una spiegazione complicata, ma ci provo! Mi sembra evidente il forte significato simbolico della Parola di oggi. E questo, mi sembra, già a partire da quella “fame” di Gesù. La fame, condizione difficile e maledetta dell’esperienza umana anche di oggi trova ascolto assoluto presso Dio. Il punto di “crisi” del nostro testo sta nell’osservazione secondo la quale Gesù non trova frutti perché “non era la stagione dei fichi”. La sua “non concessione” alla regola delle stagioni porta a considerare il termine “Stagione”, più ampiamente e profondamente come il “tempo”. Il tempo, ascoltavamo in Mc “è compiuto”. Con Gesù termina il tempo dell’attesa, della preparazione e della profezia, perché Gesù è la presenza stessa di Dio in mezzo agli uomini. Il dono di Dio che è Gesù raccoglie in sé tutto il senso e la portata del tempo. nel “tempo è compiuto” vi è il significato nuovo del tempo, come tempo di vigilanza per potere in ogni momento custodire e manifestare la presenza del dono di Dio nella storia. Il tempo delle diverse stagioni simboleggiava un tempo non ancora “riempito” dalla presenza del Signore nella storia umana. Ora tale presenza ci è affidata perché noi possiamo sempre restituire il frutto di tale presenza. Il fico rappresenta quindi la vecchia economia del Tempio e della Legge, ormai superato e assunto nel tempo nuovo di Gesù. Egli è l’albero nuovo che secondo Apocalisse è “l’albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese”.
Preghiamo
Preghiamo per la comunità di Sant Egidio che abbiamo incontrato in questi giorni a Roma.
Si un brano di non facile accesso. Gesù ha fame e come ogni affamato perde il senso del tempo. Sento spesso le nostre bambine che chiedono: andiamo a mangiare? Ma, non è ancora ora, rispondo io. Ed esse: ma noi abbiamo fame adesso….Certo, non maledicono…ma hanno tutte le ragioni dettate dallo stomaco, dalla fame, appunto. Gesù ha fame di molte cose, e vede che il tempo si fa breve…o troppo lungo…e non arriva il frutto sperato. Non lo trova nei suoi discepoli, non lo trova in me, oggi. Se non riesce a cogliere lui il frutto della mia vita, nessun altro lo potrà trovare….Non è una condanna per il fico, per la mia vita ma un avvertimento, un senso di dispiacere…in fondo, una espressione di amore. Prego per A. e S. da cui aspetto qualche frutto maturo e buono. Il tempo lo conosce Dio.
Questo brano mi lascia pensare, mi fa pensare a molte cose: da una parte, la fame umana, quella impaziente di chi ha bisogno di nutrirsi e fa i conti con una stagione ed un tempo inidonei. Dall’altra, il cercare di Gesù in ogni persona, pur sapendo che il tempo di ciascuno può non essere ancora maturo.
Anche io faccio i conti con una fame legata alla raccolta dei frutti rispetto almio lavoro, alla mia famiglia. Ho quasi terminato i cinque anni con i miei ragazzi di scuola e vedo che davvero la raccolta dei frutti non è buona. Mi sento triste e mi allontano da questo “albero” con molta tristezza ed un po’ di stizza. Per una volta, forse, non porto via granché, ma nella vita succede anche questo. È il mio primo albero non maturo, un po’ infruttuoso…. Atto di umiltà e di rassegnazione, dico a me stessa!
E in casa, a volte, imploro il dono del tempo, perché so che le cose verranno secondo i tempi di ciascuno, con modalità che forse non condividero’ pienamente. Ed anche io mi arrabbio… e mando a quel paese…
Ma ciò che mi fa pensare oltre è anche la ricerca di Gesù in un contesto assolutamente fuori tempo. Lui cerca lo stesso…. Forse dovrei fare lo stesso. Ed accettare anche il vuoto e l’assenza che ne possono conseguire….
Per la Comunità di Sant’Egidio, per le sorelle ed i fratelli che ci stanno lasciando e per chi già riposa nel grembo di Dio….
Quante volte il Signore attende da me il frutto della Sua presenza,dei suoi doni a me fatti…il tempo opportuno ?per ciò che mi riguarda è un pò una scusa …se rimango aggrappata a Lui che come Alberoro di vita dà sempre frutto….Oltre alla fame fisica c’è anche la fame della ricerca del Suo dono in ogni presente ,in ogni persona.La Sua presenza non ha stagioni,ci ha garantito ,che è sempre con noi tutti i giorni…Comprendo ,che i miei o gli altrui frutti spetta solo a Lui conoscerli e donarli.A me seguire semplicemente il cammino indicato .Poi se Egli lo vorrà …vedremo..Mi unisco alle intenzioni di oggi e prego.ancora una preghiera per il fratello di Angela ,e per il figlio di Giuseppe.Grazie!
Per quelli che si sentono come un fico fuori stagione da cui molte persone vorrebbero sfamarsi e trovano solo inutili foglie. Vorrei che rimanere aggrappati a Gesù sia sempre un movimento che porta linfa nuova e inaspettata, perché prevalga sempre su tutto la speranza che non delude mai. Grazie a tutti voi per le belle riflessioni con cui accompagnate la nostra vita di tutti i giorni. Mi unisco alle intenzioni di oggi.