Martedì 22 gennaio

di | 21 Gennaio 2019

giobbeGiobbe 27,13-23

[13]Questa è la sorte che Dio riserva al malvagio
e la porzione che i violenti ricevono dall’Onnipotente.
[14]Se ha molti figli, saranno per la spada
e i suoi discendenti non avranno pane da sfamarsi;
[15]i superstiti li seppellirà la peste
e le loro vedove non faranno lamento.
[16]Se ammassa argento come la polvere
e come fango si prepara vesti:
[17]egli le prepara, ma il giusto le indosserà
e l’argento lo spartirà l’innocente.
[18]Ha costruito la casa come fragile nido
e come una capanna fatta da un guardiano.
[19]Si corica ricco, ma per l’ultima volta,
quando apre gli occhi, non avrà più nulla.
[20]Di giorno il terrore lo assale,
di notte se lo rapisce il turbine;
[21]il vento d’oriente lo solleva e se ne va,
lo strappa lontano dal suo posto.
[22]Dio lo bersaglia senza pietà;
tenta di sfuggire alla sua mano.
[23]Si battono le mani contro di lui
e si fischia su di lui dal luogo dove abita.

Commento

Questi frammenti sono da attribuire a Zofar. Muovendo dal suo precedente intervento  e continuando una riflessione di tipo sapienziale, Zofar riprende la descrizione del destino dell’empio. Esso sarà tragico e rovinoso, improvviso ed inatteso. Dio l’ha tollerato per un certo tempo, ma i suoi occhi non si staccavano mai dall’iniquo e dai suoi crimini. E la morte è piombata sul peccatore falciandolo come la testa di una spiga. Si chiude così il primo atto del dramma di Giobbe: il vuoto è ormai totale, uno dopo l’altro gli amici si sono defilati, fermi nella loro saccente e distaccata cultura teologica. Giobbe rimane solo. Essi hanno svelato la povertà della tradizione sclerotizzata che non sa accostarsi alla verità della vita, che non sa affrontare i problemi dal loro interno. Prima che si apra il sipario per l’ultimo atto del dramma, il confronto terribile tra l’uomo e dio chiamato in causa dall’uomo stesso, avremo come un intermezzo che sembra un inno placa la tensione e funge quasi da coro greco nella tragedia.

Preghiamo

Preghiamo per chi è solo nella sua sofferenza

3 pensieri su “Martedì 22 gennaio

  1. sr Rita

    Oggi sono rientrata dalla visita a una famiglia che seguiamo da tempo. Una donna di 34 anni con 8 figli. Una figlia lo scorso anno, a 15 anni, ha avuto un bimbo, Pedro Henrique, e noi stiamo aiutandola a costruire una casetta di legno, perché dove era in affitto, la padrona, che è la zia del marito, aumenta il prezzo e lei e il compagno che lavora a saltuariamente non ce la fanno. Fin qui speriamo che col piccolo progetto che abbiamo lanciato: “Una casa per Camila” , riusciamo a concludere. Dove sono stata oggi, dalla mamma di Camila, ho trovato che la baracca in cui abitava era smontata a metà. La famiglia sta vivendo in una baracca che un vicino ha messo a disposizione provvisoriamente. Cosa è successo? Questa donna, Wanderleia, da giovane ha avuto problemi di prostituitone e droga. Da alcuni anni però ne è uscita. Solo che in questi giorni lo spacciatore che era in carcere è uscito e l’ha cercata per farsi pagare i debiti che aveva al tempo. Vuole 1500 Reais altrimenti l’ammazza. Lei è terrorizzata. H venduto il terreno su ci era costruita la sua baracca. Ha ricevuto per ora 500 Reais. Gli altri 1000,00 li avrà a rate. Lei ha pregato lo spacciatore di darle tempo perché soldi non ne ha e ha i figli da mantenere. Lui non sembra intenzionato ad accettare e vuole almeno rate di 200,00 Reais con una certa frequenza. Io al momento le ho lasciato i 50,00 reais che avevo nel borsellino, ma sono venuta via piangendo. Non si può vivere così. I bambini sono un gioiello di bellezza. Vivono nel fango in una baracca senza finestre, senza nulla se non il gas e il frigorifero che però aveva dentro solo un poco di latte che ha dato ai più piccoli ( 1 e2 anni). Io non ce la faccio a vedere queste situazioni e poi venire a casa e mangiare e bere e prendere anche il gelato….
    Giobbe. Un libro che dice molto sul dolore Ma quando il dolore lo tocco con le mani e col cuore….io non so più cosa dire…cosa fare. Pregate per me, per questa famiglia.

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  2. . Elena

    Resto muta, di fronte a tanta sofferenza, ma prego con te e per te e per questa famiglia così provata. Quanto dolore può sopportare una persona? Ti abbraccio sr Rita…

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  3. srAlida

    Di cuore mi unisco in preghiera per te sr Rita e per questa famiglia….e per chi è solo nel suo soffrire…..Grazie per questa testimonianza che mi fa riflettere su come ci si mette nei panni degli altri .

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