martedì 22 aprile

di | 21 Aprile 2025

Gv.20,11-18

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Commento

Maria di Magdala rappresenta nel vangelo di Giovanni forse la figura, il personaggio che più di tutti ha conosciuto la misericordia di Dio. forse in quel pianto all’esterno del sepolcro non c’è soltanto il segno di colei che piange per la morte di Gesù, ma c’è come una domanda: chi potrà ora avere misericordia di me se non c’è più il mio Signore?  forse Maria  è così legata a quel sepolcro perché lì stava il suo Signore che non riesce a fare alto che a piangere. è così triste dall’avere perso Gesù da non accorgersi che egli è lì accanto a lei! Può succedere, nella nostra vita, di essere travolti da eventi inattesi, da enormi sofferenze. In quei momenti a prevale il senso del  vuoto.  In quei momenti preghiamo Dio come ultima ancora di salvezza. Può essere anche una cosa che non va bene, ma a volte succede. Proprio in quel momento il Signore ci raggiunge e ci invita a riprendere coraggio. Non c’è che un modo per superare la tristezza  che tornare a sentire la voce buona di Dio Padre che ci chiama per nome. Maria riconosce finalmente il risorto quando si sente chiamare per nome. E da li comprende che la misericordia di Dio non è finita, ma eterna

Preghiamo

Preghiamo per papa Francesco e per la chiesa

2 pensieri su “martedì 22 aprile

  1. sr Alida

    Può succedere, nella nostra vita, di essere travolti da eventi inattesi, da enormi sofferenze. In quei momenti a prevale il senso del vuoto. In quei momenti preghiamo Dio come ultima ancora di salvezza. Proprio in quel momento il Signore ci raggiunge e ci invita a riprendere coraggio. Non c’è che un modo per superare la tristezza che tornare a sentire la voce buona di Dio Padre che ci chiama per nome. Maria riconosce finalmente il risorto quando si sente chiamare per nome. E da li comprende che la misericordia di Dio non è finita, ma eterna. Alimentare la speranza ogni giorno in ogni situazione di gioia o di dolore è un esercizio che ci può aiutare a credere di più affidarci ed affidare altre persone. Per papa Francesco è per la Chiesa la nostra preghiera.

    Rispondi
  2. Elena

    María, una donna che ama e che conosce l’amore. Ma l’amore è quello che chiama per nome, che conosce e si fa riconoscere. Un amore che riconosce, solleva dal pianto, restituisce una gioia piena del cuore, rimargina una ferita, restituisce luce e speranza….
    Una preghiera per Papa Francesco, un Santo di Dio, un uomo che ha tradotto l’amore di Dio per ogni uomo e lo ha reso accessibile a ciascuno, fino agli ultimi della terra . Un giusto fra i giusti nelle braccia del suo Signore!

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.