martedì 20 giugno

di | 19 Giugno 2023

Matteo 9,9-13

Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. 12Udito questo, disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici . Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”.

Commento

Un altro incontro, questa volta con Matteo, l’esattore delle tasse. Egli apparteneva a quella odiata classe dei pubblicani che raccoglievano le tasse per Roma. Una volta raccolta la cifra da mandare a Roma, tutto il resto rimaneva nelle loro tasche e quindi era facile pensare che imbrogliavano per guadagnare di più. insomma come tutti i peccatori erano persone da evitare. Gesù fa una cosa che nessuno può capire: non soltanto non lo evita, ma lo chiama a seguirlo. Lo invita a diventare suo discepolo. per Gesù nessuno è estraneo alla chiamata, anche un pubblicano. Ma in quell’occasione Gesù fa qualcosa di ancor più incomprensibile. Va a mangiare con tutti i peccatori. Quello che conta, nella logica del signore, è semplicemente quello di accogliere nel proprio cuore il suo invito a seguirlo.  In questo senso Gesù  chiede misericordia e non sacrificio. Addirittura con questo pasto insieme a tutti i peccatori Gesù dichiara che tutti gli uomini possono essere toccati dalla misericordia di Dio. Tutti possono cambiare vita, perché tutti sono amati da Dio. Matteo da peccatore diventa un esempio di cosa vuol dire seguire Gesù. È così cambiata la sua vita che egli diventarà colui che scriverà anche un vangelo.

Preghiamo

Preghiamo per tutti quei ragazzi, animatori e genitori che nei nostri oratori inizieranno il cre

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