qoelet 3,10-15
10]Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. [11]Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine. [12]Ho concluso che non c’è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; [13]ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. [14]Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. [15]Ciò che è, gia è stato; ciò che sarà, gia è; Dio ricerca ciò che è gia passato.
Commento
Dopo aver cantato il tempo, ora qoelet vira bruscamente nella sua riflessione. Si passa ad un nuovo in principio che ricorda quello di genesi: egli ha fatto bella ogni cosa. È un ragionamento nuovo che si aggiunge a quel non c’è niente di nuovo sotto il sole e a quel tutto è soffio che passa. E poi aggiunge che Dio ha messo nel cuore dell’uomo la nozione di eternità. Mi soffermo un attimo: qui non si parla di vita eterna, di paradiso, ma di immagine e somiglianza di Dio: l’eternità è essere immagine di Dio, siamo ancora nella creazione. Certo le considerazioni di prima rimangono valide: l’uomo non può conoscere tutto, la sua conoscenza è limitata e rimane la differenza tra Dio pienezza e l’uomo soffio. Qoelet ci dice che, anche se siamo in questo tempo che è soffio, la vita va vissuta in pienezza, in tutte le sue espressioni. La grande sorpresa è questa: il limite non va combattuto, ma va accolto e non ci deve togliere la gioia di vivere. Il modo per accogliere il limite è vivere il presente, dentro quello che la vita ci riserva. Credo che qoelet qui insegna l’atto vero del vivere: godere di quello che la vita ci offre come dono di Dio. vivere in quell’atto di ringraziamento che ci permettere di stare nel limite, vivendo bene la nostra vita. Un passaggio del Talmud (testi di rabbini ebrei che commentano la scrittura sacra) dice così “Dio infatti ci chiederà conto di ogni gioia che non avremo vissuto.”
Preghiamo
Preghiamo per jacopo.
Ha messo nel nostro cuore la nozione di eternità……ha fatto bene ogni cosa…..godere di quello che la vita offre come dono di Dio …Che bello questo tratto ,è vero che noi non sappiamo il dono che portiamo in noi….Grazie ,Signore per ciò che hai posto nel nostro cuore .Aiutaci ad esserne consapevoli e riconoscenti preghiamo per Jacopo e perchè ogni creatura possa gustare la vera
gioia
…non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere…
Se è vero quello che dice Qoelet, è anche vero che ciascuno ha la responsabilità personale davanti a quello che Dio fa. Pertanto Signore accogliamo quello che dici e quello che fai credendo che è cosa buona per noi. Ma dacci anche la consapevolezza che la nostra parte è indispensabile per compiere l’opera.
Che cos’è la nozione di eternità che portiamo nel cuore? Forse quell’inspiegabile senso di Te, Signore, che ci permette di vederti e riconoscerti in ogni cosa bella e buona, in ogni dono, in quella nostalgia che ci tiene legati con un filo invisibile a Te e ci riporta a Te dopo ogni passo giusto o sbagliato… Forse è quel sapere che siamo le Tue meraviglie, ma che per mantenerci meravigliosi e luminosi dobbiamo scegliere ogni giorno che senso dare alle nostre azioni e alle nostre parole. Forse è proprio la consapevolezza del nostro limite, della nostra pochezza che necessita di Te per completare ciò che siamo…. Dacci la forza di tenere accesa questa nozione di eternità, di nutrirla e ricercarne la fonte, di non dimenticarla….