martedì 12 maggio

di | 11 Maggio 2020

Martedì 12 maggio ’20 – Lc 22,3-46       

39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

commento

Il monte degli ulivi è un luogo che Gesù frequenta abitualmente quando si trova a Gerusalemme. Quindi non è strano che dopo l’ultima cena si sposta proprio al monte degli ulivi. Qui di solito prega e anche stavolta prega. Ma questa volta la preghiera assume un tono tutto particolare, drammatico, unico. Qui Gesù affronta l’ultima tentazione, l’ultima prova della sua vita. Ci sono alcuni studiosi della scrittura sacra che dicono che questo del monte degli ulivi è il momento più impegnativo della sua vita. Quello che viene dopo, la sua passione è la conseguenza della scelta, della decisione del monte degli ulivi. Teniamo presente che quando Gesù vive l’esperienza delle tentazioni nel deserto il testo del vangelo di Luca ci dice che il tentatore  dopo aver esaurito ogni specie di tentazione si allonta da lui per ritornare al tempo fissato. L’ultima prova è questa dell’orto degli ulivi. In che cosa consiste tale prova? Il testo dice: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Mi pare si debba tener conto che Gesù esprime, manifesta, la sua volontà, che è quella che desidera l’allontanarsi dal calice, e sappiamo bene che questo calice è la passione e la croce. La prova sta nell’incontro tra la sua volontà e la volontà del Padre, la consegna della sua volontà. Consegna, libera, cosciente, piena. Quindi non fuggire dalla volontà del padre, ma fare fino in fondo la volontà del padre. Per essere obbediente bisogna imparare a vigilare sulla propria vita, non come fanno i discepoli che dormono. Il termine che in italiano è reso con “lotta” e che indica la prova di Gesù, significa anche agonia. Gesù qui vive la sua agonia, la sua lotta. Solo Luca ci dona la memoria drammatica di questo momento, con l’apparizione dell’angelo che lo conforta e con l’immagine del sudore “come gocce di sangue che cadono a terra”. Questa  è preghiera!

Preghiamo

Preghiamo per noi sacerdoti

3 pensieri su “martedì 12 maggio

  1. sr rita

    Dormivano per la tristezza.
    Una giustificazione fraterna e buona. Io quando sono triste non riesco a dormire. Mi giro e rigiro nel letto e penso, e mi alzo, e cerco di fare qualcosa anche di notte per vedere se la cosa passa. E il povero Gesù che avrebbe bisogno di conforto, di compagnia nel momento drammatico del suo discernimento circa la volontà del Padre…si ritrova i suoi intimi che dormono. E’ la storia di Gesù, è la storia di tutti noi.

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  2. sr Alida

    Riuscire a stare sempre con Gesù è già così irraggiungibile ,starci quando soffre cosi ancor più ,un pò perchè non comprendiamo il suo mistero …è penso però tutto un cammino nella misura in cui crediamo al Suo amore per noi mi unisco alla preghiera per te ,per voi sacerdoti in questo tempo di ritorno alle celebrazioni con l’assemblea .

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  3. Elena

    È triste la serata di Gesù. È triste e solitaria. Gli apostoli avranno colto il turbamento, ma essendo Gesù un po’ ermetico nella cose che dice in previsione della Sua passione, chissà cosa avranno capito… E ci hanno dormito su… Sono solo uomini… Ma la tentazione è forte, anche per Gesù e Lui conosce la forza del maligno. Un’ultima prova, un’ultima scelta:sia fatta la Tua volontà. E la vita rotola verso la morte e quella che sembra la fine di tutto. Una scelta di abbandono, di fiducia estrema, l’ultima parola di un uomo verso il Padre…. sudore che è come sangue… una preghiera intensissima e solitaria. Le scelte, combattutissime a volte, le facciamo proprio da soli. Solo al cospetto di Dio. Poi, tutto accade, ma gli occhi degli amici sono pieni di sonno, non vedono, non capiscono. Gesù è Gesù. Noi siamo solo uomini….
    Abbi pietà di noi, piccoli uomini e donne, incapaci, molte volte, di tenere gli occhi aperti, incapaci di vegliare, incapaci di pregare e di scegliere… Che siamo laici o sacerdoti, credenti o dubbiosi, abbi pietà di noi e della nostra pochezza.

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