margine dell’orto

Riprendo in mano quella riflessione sulla centralità della marginalità. Sembra una contraddizione, ma è così: la centralità della marginalità. Quello che è ai margini sta al centro. Nella mia visione di un mondo capovolto il margine sta al centro. Riprendo l’immagine di quel foglio su cui in maniera ipotetica ho scritto tutte le parole che compongono i miei sogni, i miei progetti, diciamo anche solo i miei pensieri e penso ai margini. In genere i margini di un foglio sono piegati, sgualciti. Ma è il margine che mi interessa, non il centro. Riesco a trovare un attimo per fare un breve giro nell’orto. Al centro abbiamo messo gli ortaggi più belli, più interessanti, quelli che in teoria rendono di più. ai margini poca roba, un po’ di sterpaglie, e qualche accenno di pulizia periodica. sicuramente non mettiamo al margine dell’orto quello che produce tanto. L’orto è un po’ come il mio foglio: ai margini sgualcito e malandato, al centro le cose più importanti. Così l’orto, ai margini malandato, al centro ben tenuto. E anche quando mi viene in mente di fare qualcosa per migliorare la situazione del margine dell’orto, alla fine non se ne fa quasi niente.   Perché mi devo prendere cura del margine dell’orto, che oltretutto è anche difficile da raggiungere?  Diciamo così: il margine non ha niente di interessante. Chi sta al margine della vita non ha niente di interessante. E allora perché preoccuparsi del margine e metterlo al centro?  Penso per un motivo solo. Perché il margine merita anche lui un’opportunità, perché il margine dell’orto merita anche lui di essere curato, merita ogni tanto di stare al centro. Giro intorno al margine dell’orto e ci scopro qualcosa di bello  e di interessante. Ma questo ve lo racconto domani