Qualcuno sogna di un amore perfetto, ma un amore perfetto non ha mai le mani sporche è solo un’idea. Dobbiamo allora come prima cosa togliere quel velo che separa la perfezione dell’amore che io chiamo solo ideale dell’amore dall’amore quotidiano che è fatto anche di mani sporche, di imperfezioni. Succede così anche nelle cose della chiesa. Noi abbiamo un’ideale di chiesa, di proposta cristiana, di vita cristiana, di valori cristiani, ma è talmente ideale questa faccenda che alla fine creiamo come un muro di separazione con il mondo reale. Non ci incontriamo più. e siccome è difficile ammettere che c’è qualcosa che non va in me o nella chiesa allora dico che il mondo non è più quello di una volta, sono caduti i veri valori. Dicendo così però non amiamo più questo mondo, ci distacchiamo da esso. A volte davvero non amiamo il mondo, la storia, gli uomini e le donne, sembra che amiamo di più dei principi, dei valori e su questo adattiamo tutto il resto. Ci sono come due condizioni per cui posso amare: la prima è far cadere questo velo di separazione tra l’idealità che non voglio perdere e la vita reale che sono chiamato a riconoscere. Far cadere questo muro non vuol dire che smarrisco la mia idealità, ma sono in grado di leggere la storia e di capirla, di amarla partendo da chi sono io. Il profeta della bibbia quando critica il suo mondo non lo fa partendo da un’idealità, ma da un dato di fatto, dalla storia, ma soprattutto in quella critica mette tutta la speranza necessaria per camminare nel futuro. E qui ecco la seconda cosa interessante di chi ama veramente: non rimanendo chiuso in un ideale, si sporca le mani per amare l’umanità, il creato. Chi ama veramente ha le mani sporche della terra e della vita degli uomini. e allora amo di più un ideale o la terra da cui questo ideale nasce? Conosco le mani sporche dell’amore che si mescola nelle cose del mondo?