lunedì 24 marzo

di | 23 Marzo 2025

Ger. 41

1 Il settimo mese, Ismael figlio di Netania, figlio di Elisama, della stirpe reale e uno dei grandi del re, andò con dieci uomini, da Ghedalia, figlio di Aicam, a Mispa; là, a Mispa, mangiarono assieme. 2 Poi Ismael, figlio di Netania, si alzò con i dieci uomini che erano con lui e colpirono con la spada Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan. Così fecero morire colui che il re di Babilonia aveva stabilito sul paese. 3 Ismael uccise pure tutti i Giudei che erano con Ghedalia a Mispa, e i Caldei, uomini di guerra, che si trovavano là. 4 Il giorno dopo che egli ebbe ucciso Ghedalia, prima che se ne sapesse nulla, 5 giunsero da Sichem, da Silo e da Samaria, ottanta uomini che avevano la barba rasa, le vesti stracciate e delle incisioni sul corpo; avevano in mano delle offerte e dell’incenso per presentarli nella casa del SIGNORE. 6 Ismael, figlio di Netania, uscì loro incontro da Mispa; e, camminando, piangeva; come li ebbe incontrati, disse loro: «Venite da Ghedalia, figlio di Aicam». 7 Quando furono entrati in mezzo alla città, Ismael figlio di Netania, assieme agli uomini che aveva con sé, li scannò e li gettò nella cisterna. 8 Fra quelli, ci furono dieci uomini che dissero a Ismael: «Non ci uccidere, perché abbiamo nei campi provviste nascoste: grano, orzo, olio e miele». Allora egli si trattenne, e non li mise a morte con i loro fratelli. 9 La cisterna nella quale Ismael gettò tutti i cadaveri degli uomini che egli uccise con Ghedalia, è quella che il re Asa aveva fatta fare per timore di Baasa, re d’Israele; Ismael, figlio di Netania, la riempì di uccisi. 10 Poi Ismael condusse via prigionieri tutto il rimanente del popolo che si trovava a Mispa: le figlie del re e tutto il popolo che era rimasto a Mispa, sul quale Nebuzaradan, capo delle guardie, aveva stabilito Ghedalia, figlio di Aicam; Ismael, figlio di Netania, li condusse via prigionieri e partì per recarsi dagli Ammoniti. 11 Ma quando Iocanan figlio di Carea e tutti i capi degli uomini armati che erano con lui furono informati di tutto il male che Ismael, figlio di Netania, aveva fatto, 12 presero tutti gli uomini, e andarono a combattere contro Ismael, figlio di Netania; e lo trovarono presso le grandi acque che sono a Gabaon. 13 Quando tutto il popolo che era con Ismael vide Iocanan, figlio di Carea, e tutti i capi degli uomini armati che erano con lui, si rallegrò; 14 tutto il popolo che Ismael aveva condotto prigioniero da Mispa fece voltafaccia e andò a unirsi a Iocanan, figlio di Carea. 15 Ma Ismael, figlio di Netania, scampò con otto uomini davanti a Iocanan, e se ne andò fra gli Ammoniti. 16 Iocanan, figlio di Carea, e tutti i capi degli uomini armati, che erano con lui, presero tutto il rimanente del popolo, che Ismael, figlio di Netania, aveva condotto via da Mispa, dopo che egli ebbe ucciso Ghedalia, figlio d’Aicam: uomini, gente di guerra, donne, bambini, eunuchi; e li ricondussero da Gabaon. 17 Partirono e si fermarono a Gerut-Chimam presso Betlemme, per poi continuare e giungere in Egitto, 18 a causa dei Caldei; dei quali avevano paura, perché Ismael, figlio di Netania, aveva ucciso Ghedalia, figlio di Aicam, che il re di Babilonia aveva stabilito sul paese.

Commento

La situazione che viene si crea in città a Gerusalemme è tragica: vendette, uccisioni, deportazioni. È la storia di tutte le guerre, di tutte le vicende umane segnate dalla guerra. È la storia dei nostri giorni. Non ci possono essere tregue o pace che non tengono conto di tutti e di tutto. Possiamo prendere quei luoghi antichi e mettere i nomi dei nostri luoghi in guerra, ma le storie non cambiano. Possiamo prendere i nomi di quei personaggi e cambiarli con i nomi dei nostri giorni e ci accorgiamo che niente è cambiato. Questa è la storia degli uomini e delle donne antiche e moderne. Possono sembrare pagine crude, tragiche, ma la parola di Dio non ha paura di attraversare il dolore di queste storie. Le attraversa non per dichiarare che non si può far niente, ma per capire se c’è come una via di uscita, una via nuova.  I profughi in fuga prima si fermano a Betlemme una specie di grande campo profugo e poi decidono di rifugiarsi in Egitto. Geremia non fa altro che seguire questi profughi, si ferma con loro e vive con loro profugo in Egitto. Non parla in questo momento il profeta, sembra diventato muto di fronte a tale tragedia. Troverà il modo di consolare questi profughi, ma per il momento non fa altro che seguire la loro sorte.

Preghiamo

Preghiamo per  tutti i profughi e esiliati

Un pensiero su “lunedì 24 marzo

  1. sr Alida

    Subito da queste vicende da queste storie, si pensa a tutte le guerre e le corruzione di oggi. Non c’è che fare come Geremia che le attraversa con il suo popolo…,e sperare sempre in vie d’uscita… Alla preghiera per tutti i profughi e gli esiliati unisco anche tutte quelle persone giovani o no che sono vittime di dipendenze e violenza, per sperare una via di uscita dove sembra non esserci. Grazie Signore per Papa Francesco, per una buona e paziente convalescenza..

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