Matteo 23, 8-12
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.
Commento
Continua questo dialogo di Gesù all’interno del tempio di Gerusalemme con la folla. Oggi ci vengono presentate 3 parole: rabbì, che significa maestro, padre e guida. Sono i titoli che venivano dati ai maestri ebrei: erano rabbi, guide e padri. Anche noi facciamo uso di queste parola. E lo facciamo anche in ambito sacerdotale. Un sacerdote può essere guida spirituale, può essere padre spirituale, può essere maestro della fede. In se non sono titoli negativi, ma lo diventano nella misura in cui ci dimentichiamo dell’unica vera questione: riconoscere che abbiamo un Padre che ci accumuna e che si chiama Dio Padre di misericordia e che tra noi siamo tutti fratelli. Questi titoli di maestro, di guida, di padre non devono farci sentire più grandi di altri, ma devono invitarci alla grande realtà di essere servi dell’altro. Questi titoli non devono servire per umiliare l’altro perché noi siamo più grandi di altri, ma devono aiutarci a prendere coscienza della fragilità della nostro vita e della condizione di grande responsabilità che questi titoli ci costringono a prendere di fronte agli altri. quindi non un privilegio, ma un impegno e una responsabilità
Preghiamo
Preghiamo per le nostre parrocchie
Maestro, guida, padre… Sono arte e professione, forse però lo sono veramente quando diventano cura e servizio all ‘altro…. Perché l’ altra persona viva… Mi unisco alla preghiera per le nostre parrocchie.