Lunedì 18 giugno ’18 – Ger 50,21-28
21 Avanza nella terra di Meratàim, avanza contro di essa e contro gli abitanti di Pekòd. Devasta, annientali – dice il Signore – eseguisci quanto ti ho comandato! 22 Rumore di guerra nella regione, e grande disastro. 23 Perché è stato rotto e fatto in pezzi il martello di tutta la terra? Perché è diventata un orrore Babilonia fra le nazioni? 24 Ti ho teso un laccio e ti ci sei impigliata, Babilonia, senza avvedertene. Sei stata sorpresa e afferrata, perché hai fatto guerra al Signore. 25 Il Signore ha aperto il suo arsenale e ne ha tratto le armi del suo sdegno, perché il Signore Dio degli eserciti ha un’opera da compiere nel paese dei Caldei. 26 Venite ad essa dall’estremo limite, aprite i suoi granai; fatene dei mucchi come covoni, sterminatela, non ne rimanga neppure un resto. 27 Uccidete tutti i suoi tori, scendano al macello. Guai a loro, perché è giunto il loro giorno, il tempo del loro castigo! 28 Voce di profughi e di scampati dal paese di Babilonia per annunziare in Sion la vendetta del Signore nostro Dio, la vendetta per il suo tempio.
Commento
Perché anche Babilonia il grande martello che ha percosso tutti i popoli ora si trova a sua volta distrutta, sottoposta alla violenza? Prima di dare la risposta vorrei sottolineare come sono un po’ preoccupato per tutto quello che sta succedendo nel mondo, qui vicino a noi, nei nostri mari, lontano da noi in tutti gli angoli della terra. Preoccupato di come sembra che chi alza la voce di più vince. Sembra di vedere in certe vicende il martello di Babilonia che picchia senza mai ascoltare niente e nessuno. I tre motivi che il testo ci lascia per spiegare la fine anche di Babilonia sono i seguenti. Nella prima risposta viene chiamato in causa Dio stesso nell’immagine di una spada che ha due caratteristiche da una parte la sua potenza devastante e dall’altra la sua profonda obbedienza: “Eseguisci quanto ti ho comandato”. A partire da ciò, ecco la seconda risposta: Tu, Babilonia, sei stata “sorpresa e afferrata”, “perché hai fatto guerra al Signore”. Babilonia, dunque, strumento del giudizio divino verso Israele, ora subisce il castigo per questa sua “profanazione” nei confronti del popolo, della terra e del Tempio del Signore. Ma anche questo castigo non è l’ultima parola di Dio verso Babilonia. Egli “ha un’opera da compiere nel paese dei Caldei”. Perciò il v.25 ci dice che egli “ha aperto il suo tesoro” (così alla lettera). Apre i granai di Babilonia e li svuota; è come se dovesse portare tutta Babilonia, quello che è e quello che ha, verso un grande, unico sacrificio di espiazione e di richiesta di perdono con la riconoscegna a tutti i popoli dei beni loro trafugati. Mi sembra una buona idea anche per i nostri giorni per fermare la violenza, chiedere a chi ha portato via tutto o quasi ad altri di restituire il tutto, come segno di penitenza. Lo so che sogno, ma ci ha provato anche Geremia a sognare questa nuova condizione umana.
Preghiamo
Preghiamo ancora per tutti i profughi
Torno ora da un viaggio nella mia precedente comunità di Uniao da Vitória e porto nella preghiera la comunità e le persone che le sorelle servono. Che tutto sia un piccolo, buon tentativo di costruire pace nelle persone e nelle famiglie.
Prego con voi per questi tempi oscuri e troppo spesso drammatici, per i profughi, per chi ci governa e fa politica sulla pelle di troppi innocenti, prego per cuori nuovi e sguardi amorevoli e pazienti, prego per la pace. Anche io sogno, ma non voglio smettere di credere che c’è altro che il sopruso, la violenza, la durezza di cuore e mente. C’è molto altro….