lunedì 12 dicembre

di | 11 Dicembre 2016

matissesiracide 50,1-21

Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote,
nella sua vita riparò il tempio
e nei suoi giorni consolidò il santuario.
2Da lui furono poste le fondamenta del doppio muro,
l’elevato contrafforte della cinta del tempio.
3Nei suoi giorni fu scavato il deposito per le acque,
un serbatoio grande come il mare.
4Avendo premura d’impedire la caduta del suo popolo,
fortificò la città nell’assedio.
5Com’era glorioso quando si affacciava dal tempio,
quando usciva dal santuario dietro il velo!
6Come astro mattutino in mezzo alle nubi,
come la luna nei giorni in cui è piena,
7come sole sfolgorante sul tempio dell’Altissimo,
come arcobaleno splendente fra nubi di gloria,
8come rosa fiorita nei giorni di primavera,
come giglio lungo i corsi d’acqua,
come germoglio del Libano nei giorni d’estate,
9come fuoco e incenso su un braciere,
come vaso d’oro massiccio,
ornato con ogni specie di pietre preziose,
10come ulivo che fa germogliare i frutti
e come cipresso svettante tra le nuvole.
11Quando indossava i paramenti gloriosi,
egli era rivestito di perfetto splendore,
quando saliva il santo altare dei sacrifici,
riempiva di gloria l’intero santuario.
12Quando riceveva le parti delle vittime dalle mani dei sacerdoti,
egli stava presso il braciere dell’altare:
intorno a lui c’era la corona di fratelli,
simili a fronde di cedri nel Libano,
che lo circondavano come fusti di palme;
13tutti i figli di Aronne nella loro gloria,
e con le offerte del Signore nelle loro mani,
stavano davanti a tutta l’assemblea d’Israele,
14ed egli compiva il rito liturgico sugli altari,
preparando l’offerta dell’Altissimo onnipotente.
15Egli stendeva la sua mano sulla coppa
e versava sangue di uva,
lo spargeva alle basi dell’altare
come profumo soave all’Altissimo, re di tutte le cose.
16Allora i figli di Aronne alzavano la voce,
suonavano le trombe di metallo lavorato
e facevano udire un suono potente
come memoriale davanti all’Altissimo.
17Allora tutto il popolo insieme si affrettava
e si prostravano con la faccia a terra,
per adorare il loro Signore,
Dio onnipotente e altissimo.
18E i cantori intonavano canti di lodi,
e grandioso risuonava il canto e pieno di dolcezza.
19Il popolo supplicava il Signore altissimo,
in preghiera davanti al Misericordioso,
finché fosse compiuto il servizio del Signore
e fosse terminata la sua liturgia.
20Allora, scendendo, egli alzava le sue mani
su tutta l’assemblea dei figli d’Israele,
per dare con le sue labbra la benedizione del Signore
e per gloriarsi del nome di lui.
21Tutti si prostravano di nuovo
per ricevere la benedizione dell’Altissimo.

Commento

La vita di questo sommo sacerdote si colloca intorno al 3 sec.a.c. dopo una guerra disastrosa tra tolomei (egiziani) e Seleuceidi (siriani), con la vittoria di quest’ultimi. La palestina passa sotto la dominazione Siriana e questo sommo sacerdote è colui che ripara il tempio di Gerusalemme, ridà vigore al culto e ai sacrifici. Insomma dopo un periodo di guerra, quest’uomo trova il coraggio di ricostruire e di far ripartire un paese distrutto. Strane coincidenze della vita: oggi la guerra più violenta è ancora in quella parte del mondo. Oggi i credenti perseguitati sono ancora di quella parte del mondo. Le chiese distrutte dagli attentati, le chiese che crollano. Insomma la domanda è cosa è cambiato? Forse non molto. Forse anche oggi cerchiamo personaggi come questo sommo sacerdote che provano a ricostruire una chiesa, ma soprattutto a dare fiducia ad un popolo. Stiamo andando verso la fine del libro del Siracide. Questo testo ci ha messo di fronte con chiarezza bene e male, storia degli uomini e timore di Dio. Comportamenti buoni e comportamenti da evitare. Il suo sguardo sulla storia è insieme disincantato perché ne vede tutto il male  e la violenza, ma insieme carico di speranza perché vede uomini che operano il bene. il libro del siracide ci insegna che la storia va verso un fine che è la sua salvezza. questo fine avrà il suo compimento in Gesù Cristo, signore della storia.

Preghiamo

Preghiamo per la zia di Itala che ci ha lasciato ieri.

3 pensieri su “lunedì 12 dicembre

  1. Elena

    Leggendo questa pagina odierna pensavo proprio la stessa cosa citata da don Sandro, cioè niente è cambiato! Il medio oriente era una polveriera e resta una polveriera, un luogo troppo bello e ambito da popoli e popoli, per i mille interessi che di religioso hanno ben poco!
    È così per ogni ambiente, per ogni ambito. Si desidera, si prende con la forza e la violenza, ci si insedia….. E la storia si ripete nei millenni….
    Prego per questi popoli, violati e senza mai una pace duratura. Prego per la nostra umanità tanto fragile e la affido al Signore, che può qualcosa oltre il nostro essere tanto piccoli e meschini. E sono vicina ad Itala pregando per la sua zia, che riposa nel Signore della vita!

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  2. sr.Alida

    Mi unisco ed è vero anche per me quanto espresso così bene dal vostro commento .prego per Itala e per la zia ,e per le intenzioni di oggi

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  3. sr Rita

    “…nella sua vita riparò il tempio e nei suoi giorni consolidò il santuario.” E’ vocazione di ogni uomo riparare il luogo sacro in cui abita Dio. E luogo sono in primis le persone, i fragili, gli oppressi. La liturgia che fa grande l’umo è quella che onora l’uomo come tempio di Dio. Ogni giorno possiamo contribuire a costruire il santuario essendo anche noi sacerdoti, mediatori tra Dio e l’uomo nel generare il bene. Una preghiera per tutti voi e le vostre intenzioni.

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