lunedì 11 aprile

di | 10 Aprile 2016

avvento bose Marco  6,21-29      

21 Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. 22 Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». 23 E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». 24 Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». 25 E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 26 Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. 27 E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione 28 e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. 29 I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Commento

Fa impressione  come Marco, sempre molto sobrio e asciutto nel raccontare gli episodi della vita di Gesù, in questo caso si sofferma parecchio sulla vicenda del martirio di Giovanni Battista. Forse perché ne vuole sottolineare la vuotezza del potere, delle sue feste, della mondanità che in genere non porta alla vita ma alla morte. Il potere ha bisogno di questi giorni propizi. Ma soprattutto il potere e chi lo rappresenta ha bisogno, per sopravvivere di far tacere la voce profetica che ricorda l’ingiustizia. Giovanni era questa voce profetica e la mondanità del potere decide di far tacere quella voce, sperando in quel modo di far tacere la voce che indispone, che dà fastidio perché dice la verità. Uno come Erode, la moglie Erodiade e la sua corte non possono praticare la via della giustizia esercitando il potere, perché non vogliono ascoltare la voce della giustizia. La festa di Erode, il suo giuramento, gli invitati valgono più della vita di un uomo.  Il banchetto di Erode per il suo compleanno imbandisce: ricchezza, potere, orgoglio, falso onore, intrigo, rancore, forse condito da un po’ di tristezza, ambiguità. Noi conosciamo un altro banchetto che arriverà subito dopo questo banchetto di morte e sarà il banchetto della condivisione dei pani; si tratta di  un banchetto di  vita, segnato dalla gioia della condivisione e dell’abbondanza della pienezza di vita.

Preghiamo

Preghiamo per tutte le persone ammalate e sole.

3 pensieri su “lunedì 11 aprile

  1. sr Rita

    Quante teste cadono anche oggi per la stupidità di persone che si credono importanti, che sottopongono al falso onore, alla vergogna davanti agli tlri….la vita onesta di moti. Ci sono tanti modi per far cadere le teste degli onesti. Il Signore ci renda puri, liberi nel cuore e nell’intelligenza per non commettere errori che un poco alla vota fanno “cadere” anche la nostra testa, rendendola vuota e insignificante.

    Rispondi
  2. sr.Alida

    Potere ,ambiguità ,cuore corrotto ,…..contro ogni valore…Salvaci ,Signore ,da queste malignità ,fa prevalere il bene come Tu puoi e sai fare….nel nostro piccolo ,donaci cuore ,pensieri ,parole che amino la vita . in tutte le sue espressioni …Consola ,conforta, i cuori delle persone piu’ in difficoltà e sole.

    Rispondi
  3. Elena

    Quanta miseria nei giochi di potere! Quanta durezza e crudeltà. Ci si smarrisce e si perde così il nostro essere umani. Macchine dentro un sistema che genera mostruosità. Ti prego Sognore, per il dono del.discernimento e della coscienza. E non abbandonarmi mai…
    Elena

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.