16 Ho udito e fremette il mio cuore, a tal voce tremò il mio labbro, la carie entra nelle mie ossa e sotto di me tremano i miei passi. Sospiro al giorno dell’angoscia che verrà contro il popolo che ci opprime. 17 Il fico infatti non germoglierà, nessun prodotto daranno le viti, cesserà il raccolto dell’olivo, i campi non daranno più cibo, i greggi spariranno dagli ovili e le stalle rimarranno senza buoi. 18 Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio mio salvatore. 19 Il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle alture mi fa camminare.
Commento
Siamo alla conclusione del testo del profeta Abacuc. Lentamente stiamo leggendo e commentando questi testi che sono detti profeti minori. È vero, sono testi un po’ complicati, ma cerchiamo giorno dopo giorno di dare un senso e una piccola spiegazione a quanto questi uomini di Dio hanno scritto. L’ascolto di questi testi è come un evento pasquale. Vi una storia di passione, di dolore, che va attraversata tutta, fino alla morte. Quante volte in questi profeti abbiamo trovato storie incomprensibili di passioni! Nella stesso tempo diciamo che è esperienza di passione, perché la parola è “giudizio” per ogni uomo. Quando parlo di giudizio intendo semplicemente dire che la parola profetica mette a nudo la verità positiva o negativa di ogni popolo, di ogni uomo e donna. Ma la lettura di questi testi è esperienza pasquale per il tutto non finisce con il morire, ma con il risorgere, con la gioia, con l’esultare nel Signore. La nostra gioia è esperienza pasquale perché è nel Signore…in Dio mio Salvatore”: la nostra gioia è riconoscimento e confessione della salvezza che viene da Dio! E’ Lui, infatti, “la mia forza”. E’ Lui che “rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle alture mi fa camminare”. È il Signore la nostra pasqua
Preghiamo
Preghiamo per Giuseppe che ci ha lasciato
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Tutto quello che succede attorno pare non scalfire la fiducia che il profeta ha nel suo Dio. Alberi, animali…tutto sembra diventare ostile all’uomo, non porta più frutto…Forse in questa condizione di deprivazione l’uomo inizia a pensare e a valutare con sapienza che la salvezza viene dal Signore. Dio è forza, è pasqua, è speranza, per Giuseppe che è già arrivato e per tutti noi che siamo in cammino. Da oggi a lunedì prossimo sarò a Curitiba per l’assemblea della nostra delegazione con la presenza della madre Generale che è arrivata dall’Italia per questo incontro. Non so se riuscirò a scrivere tutti ì giorni. Saremo comunque uniti.
Ho udito e fremette il mio cuore a tal voce tremò il mio labbro……..si ,vi è una storia di passione che attraversa tutta la vita,fino a morire ,come oggi per tanti popoli e volti…….Ma gioirò nel Signore,mia forza ,che sulle alture mi fa camminare…ecco la speranza ,la certazza del Suo amore,della certa risurrezione …noi facciamo fatica a pensare che anche i momenti sofferti,sono tempi di grazia .una preghiera per Giuseppe,che ne ha già fatto esperienza.