libri

di | 26 Maggio 2024

I libri sono una buona fetta della mia vita, sono una buona compagnia. Non riesco ad immaginare un giorno in cui non ho letto un libro, anche solo qualche pagina. E così mi sono ritrovato a riordinare alcuni libri che avevo in giro. Per la verità ne ho un sacco in giro negli scatoloni e nelle cassette. Attendono una libreria capiente. Nel riordino ritrovo tutta la serie di libri di Simon Weil che mi aveva lasciato in dono il buon don Roberto e che io ho con calma letto. Un pensiero potente. Ma non voglio fare la descrizione del pensiero di questa grande pensatrice, primo perché non ne ho le competenze, secondo perché in questo momento non mi interessa molto. Non succede che mi metto solo a riordinare libri, succede che i libri mi prendono per mano e inizio a sfogliarli. Qualche pagina qua e là con lo scopo di sceglierne uno e da rileggere. In particolare mi cade l’occhio su “attesa di Dio” trovo una frase sottolineata forse proprio da don Roberto. E la frase dice così: Ho seriamente pensato alla morte, a causa delle mie mediocri facoltà naturali. Le doti straordinarie di mio fratello […] mi obbligavano a rendermene conto. Non invidiavo i suoi successi esteriori, ma il non poter sperare di entrare in quel regno trascendente dove entrano solamente gli uomini di autentico valore, e dove abita la verità. Dopo mesi di tenebre interiori, ebbi d’improvviso e per sempre la certezza che qualsiasi essere umano, anche se le sue facoltà naturali sono pressoché nulle, penetra in questo regno della verità riservato al genio, purché desideri la verità e faccia un continuo sforzo d’attenzione per raggiungerla. Le mie mediocri facoltà naturali… se lo dice una come Simon Weil, io cosa devo dire! Mi misuro anch’io dopo tanti anni ancora con chi ha successo, ma come Simon Weil non lo faccio per invidiare gli altri, ma perché guardando me stesso mi dico: come potrò mai io raggiungere quel punto così alto della vita che è la grandezza non necessariamente paragonabile al successo, solo la grandezza, contro la mediocrità. La via che ha trovato Simon Weil per uscire da questo buio è stata come dice lei, il desiderio della verità, lo sforzo continuo di un’attenzione per raggiungerla. Desiderio di verità, sforzo illimitato per raggiungerla. Ma c’è un secondo pensiero che mi colpisce proprio inerente a questa questione della mediocrità.  Eccolo. Intanto lo scrivo poi domani lo commento. Purezza e attenzione, sempre da tradurre nella prassi e nell’impegno attivo. Ecco la via per non sentirmi mediocre. Mi sa che il libro attesa di Dio lo rileggo.

2 pensieri su “libri

  1. Sabrina

    Il senso di inadeguatezza e di mediocrità accomuna in vita le biografie dei più grandi artisti e scrittori dello scorso secolo, e più sono stati considerati geniali dopo la morte, e più hanno vissuto con questa inquietudine. In altri ambiti invece del potere troviamo persone inadeguate, ma che non se ne rendono nemmeno conto. Nella vita credo che spesso conti la tenacia più del talento, a volte per raggiungere certi obiettivi si lasciano indietro altri valori, come la cura della famiglia e degli amici. Le scelte di vita lasciano sempre indietro qualcosa, e non sempre si arriva dove si vuole, i compromessi sono all’ordine del giorno, e ci sono tante ottime persone che partono a correre ben prima del punto di partenza, e a volte mirano solo ad arrivare lì, alla pari con gli altri. Io spesso al posto di correre e cercare di vincere, preferisco guardare dietro e aiutare chi deve ancora partire, e poi perdo la mia occasione…ma la medaglia interessa davvero a tutti? O c’è altro oltre al riconoscimento?

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